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De Luca: “Io familista per mio figlio Piero? Ma nessuno lo dice a Mattarella”

Vincenzo De Luca al Festival delle Città: “Se i partiti si riducono a una somma di bande è meglio che muoiano”. E quando cita “l’organizzazione tribale”, dalla platea c’è chi aggiunge “anche familiare”. Un velato riferimento al figlio Piero: “Nessuno si è permesso di dire che Mattarella è espressione del familismo, basta demagogia”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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"Il tempo della demagogia deve finire quando si parla di cose familiari". Così Vincenzo De Luca, durante il Festival delle Città 2022, ha risposto a chi dalla platea aveva ribattuto alla sua definizione di "organizzazione tribale dei partiti", aggiungendovi con un pizzico di ironia un "anche familiare". Il riferimento, per quanto velato, era al figlio Piero, deputato del Partito Democratico del quale fa parte anche Vincenzo De Luca.

"Quando si parla di cose familiari", ha replicato il presidente della Regione Campania, "bisogna fare sempre nomi e cognomi, dicendo anche chi sia il familiare, cosa fa nella vita, se ha un'attività professionale autonoma e può vivere anche al di là della politica, e se ha qualche merito. Bisogna stare attenti su questa cosa", ha ribadito De Luca, "e lo dico perché siamo un paese di cialtroni. Nessuno si è permesso di dire che Mattarella è espressione del familismo: suo padre era ministro, suo fratello era presidente della Regione Sicilia ed è stato ucciso dalla mafia. Bisogna parlare chiaro, il tempo della demagogia deve finire".

Poco prima, De Luca aveva parlato di "alcuni ministri ed esponenti di un partito che noi conosciamo che da 15 anni stanno devastando l'area riformista, ma che continuano in queste ore ad essere protagonisti di una stagione congressuale. Ci sono partiti", aveva sottolineato poi il presidente regionale, "che hanno dato vita a sistemi così chiusi che i percorsi congressuali non servono assolutamente a niente. L'organizzazione non è correntizia, è tribale". A quel punto, quando dalla platea qualcuno ha aggiunto "anche familiare", è partita la replica dello stesso De Luca, che poco prima stava parlando, pur senza nominarlo, del proprio partito, quello Democratico.

"Gli Stati e i partiti vanno in crisi quando si determina una massa vasta e profonda di aree di parassitismo e di clientela politica, fino all'annientamento delle regole democratiche e alla chiusura autoreferenziale", aveva spiegato De Luca, intervenuto al Festival delle Città 2022 organizzato a Roma, aggiungendo che mentre per gli Stati "la cosa diventa complicata", per i partiti che arrivano in queste condizioni "se si riducono a una somma di bande, è meglio che muoiano. Non abbiate rimpianti".

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