Crisi epilettica sul volo per Napoli, a bordo ci sono due medici: “Così lo abbiamo salvato”

Ci sono storie che non si vedono soltanto nei film. Spesso, nelle pellicole cinematografiche, quando qualcuno accusa un malore, si leva subito la solita frase: "C'è un medico presente?". È quello che è accaduto, più o meno, nel pomeriggio di ieri, domenica 30 ottobre, sul volo Ryanair partito dall'aeroporto di Bergamo Orio al Serio alle 17.25 e diretto a Napoli: un passeggero colpito da un malore e due medici Anestesisti dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli che sono intervenuti prontamente per salvargli la vita. Fanpage.it ha parlato con uno di loro, il dottor Pasqualino Menditto, che ha raccontato cosa è accaduto in quei minuti concitati.
Dottor Menditto, cosa è successo?
Io e il mio collega (il dottor Mario Marano, ndr) eravamo a bordo perché di ritorno a Napoli proprio da un convegno sull'Anestesia. Improvvisamente, uno degli altri passeggeri che si trovavano a bordo è stato colpito da una violenta crisi epilettica, ha cominciato a tremare ed è diventato gravemente cianotico. Mancavano circa 20 minuti all'aeroporto di Napoli e i piloti ci hanno comunicato che non sarebbe stato possibile atterrare prima altrove, per cui loro hanno accelerato per arrivare il più in fretta possibile a Capodichino e io e il mio collega siamo intervenuti.
In che modo avete trattato il paziente?
Dapprima abbiamo messo in atto tutte le manovre rianimatorie che una grave crisi epilettica richiede, soprattutto la sublussazione della mandibola, che consente di liberare le vie aeree e garantire una respirazione più regolare: come detto, il paziente era diventato quasi blu in volto. Poi, per fortuna, l'uomo, essendo affetto da lungo tempo da epilessia, aveva con sé i farmaci salvavita: gli abbiamo iniettato la soluzione intramuscolare e la situazione è decisamente migliorata.
E poi, all'arrivo a Napoli, cosa è accaduto?
Quando l'aereo è atterrato a Capodichino, il paziente era già fuori pericolo di vita. È stato poi preso in carico dai sanitari del presidio medico che c'è all'interno dell'aeroporto: la collega che lo ha visitato mi ha riferito che lo avrebbero tenuto in osservazione in ambulatorio e poi, nel caso, trasferito in ospedale per ulteriori accertamenti; non so altro.