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Covid 19

Covid Napoli, il bilancio del Comune: ecco quanto abbiamo perso col lockdown

Nel bilancio 2020 del Comune di Napoli arriva l’esenzione dal pagamento del canone per i mercati della città. Saranno esentati dal pagare l’affitto per il periodo del lockdown che va dal 12 marzo al 10 maggio per i mercati alimentari e al 22 maggio per gli altri. Invariate rispetto all’anno scorso anche le rette degli asili e della refezione scolastica. Ma il Comune ha perso 1,3 milioni per i mancati incassi da rette di asili, mense, palestre e piscine. Saranno versati dal Governo con il Decreto Rilancio.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Nel bilancio 2020 del Comune di Napoli arriva l'esenzione dal pagamento del canone per i mercati della città. Saranno esentati dal pagare l'affitto per il periodo del lockdown che va dal 12 marzo al 10 maggio per i mercati alimentari e al 22 maggio per gli altri. Invariate rispetto all'anno scorso anche le rette degli asili e della refezione scolastica. Mancati incassi a causa del Covid19, che per il Comune di Napoli si traducono in perdite per 1,3 milioni di euro, che saranno compensati però grazie ai trasferimenti dallo Stato previsti dal Decreto Rilancio, per i quali il Governo Conte ha stanziato un apposito fondo da 3,5 miliardi di euro a cui possono attingere Comuni e Città Metropolitane.

Allarme della ragioneria: “Si rischiano sanzioni”

Nel complesso, a causa degli introiti ridotti per il Coronavirus, quest'anno il Comune ha previsto che la percentuale di copertura privata dei servizi pubblici a richiesta, come palestre, piscine, asili, case di riposo e altri edifici pubblici come il Pan, il Maschio Angioino e il Castel dell'Ovo (per i quali è prevista una tariffa) scenderà al 37,12%, su un minimo del 36% previsto per i Comuni in pre-dissesto come Napoli. Palazzo San Giacomo ha previsto infatti spese di gestione per 27 milioni di euro, a fronte di entrate per 10 milioni. Non manca sulla delibera con il nuovo tariffario 2020 che sarà allegata al bilancio di previsione, l'ultimo della giunta De Magistris, una bacchettata del ragioniere generale che nel parere scrive: “Sebbene la percentuale sia superiore a quella minima prevista dalla legge che gli enti in riequilibrio devono rispettare, essa è in riduzione rispetto a quella del 2019. il principale motivo di questa riduzione è correlato al servizio di asili nido e in parte alla refezione scolastica. Mentre per altri servizi c'è incremento di copertura”. “In caso di mancato raggiungimento della percentuale minima – aggiunge il ragioniere – scattano pesanti sanzioni”.

Per il Covid incassi giù di 1,3 milioni

A causa del Coronavirus il Comune ha quantificato perdite quest'anno per 1,3 milioni. A tanto ammonta la cifra infatti richiesta al Governo in base al Decreto Rilancio per compensare le perdite. In dettaglio, l'esonero del canone ai mercati per il lockdown costerà 255mila euro (di cui 175mila per i mercatini rionali in fabbrica, 75mila per il Caramanico, 5mila per mancati pagamenti di more e interessi), più altri 49mila per la sanificazione straordinaria Covid. Altri 490 mila euro sono i soldi persi per il Maschio Angioino, 400mila per gli asili nido e 112.600 per Pan, San Domenico Maggiore, Castel dell'Ovo e Casina Pompeiana. Altri 500 euro per la Sala Viviani, nel Parco Viviani.

Mercati, esonerati dal canone per il lockdown

Per i mercati di Napoli arriva lo sperato esonero dal pagamento canone per il periodo di chiusura disposto dalla Regione Campania con il lockdown, già annunciato dal sindaco Luigi De Magistris con la delibera 78. Si tratta di concessioni decennali per l'esercizio del commercio su area pubblica o nei box ai mercati municipali. I titolari devono pagare il canone annuale in 12 rate con scadenza il 5 del mese. A causa del Covid 19, i mercati sono rimasti chiusi dal 12 marzo a maggio. Il 22 giugno il consiglio comunale ha approvato la proroga al 20 settembre senza more e interessi del pagamento dei canoni di concessione dovuto dal momento della riapertura a oggi.

Asili e refezione, perdite per 400mila euro

Per la refezione scolastica, gli asili nido e i servizi integrativi ricreativi 0-36 mesi il Comune ha confermato le tariffe 2019. La refezione è rimasta sospesa da marzo a giugno. Spesa è stata di 10,2 milioni, a fronte di incassi per 4 milioni. Gli asili sono stati chiusi da marzo fino a oggi e si sono avute perdite per 400mila euro, mentre il costo del personale è rimasto invariato. Le spese in questo caso ammontano a 11 milioni a fronte di incassi per 2,7. Si tratta in entrambi i casi dei servizi a tariffa che pesano di più sul bilancio del Comune (circa l'80%).

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