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Covid 19

Coronavirus, mini-focolaio a Somma Vesuviana con 24 casi: hanno tutti tra i 20 ai 23 anni

A Somma Vesuviana altri 7 casi in 24 ore, che portano il totale a 24 positivi al coronavirus in città. Sono tutti giovani tra i 20 ed i 23 anni. Il sindaco Salvatore Di Sarno: “Non costringetemi ad usare le maniere forti, come la limitazione della circolazione nella nostra città. Non è il momento di assembrarsi, usiamo le mascherine”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Aumentano ancora i casi di coronavirus a Somma Vesuviana, nella provincia di Napoli: sono 24 i casi positivi in città, di cui 7 nelle ultime ventiquattro ore. A preoccupare, però, è la bassissima fascia d'età dei contagiati: sono tutti tra i 20 ed i 23 anni. Un dato che preoccupa particolarmente, tanto che il sindaco Salvatore Di Sarno ha non solo esortato i suoi concittadini più giovani al rispetto delle regole, ma ha anche avvisato di essere pronto ad usare misure più drastiche.

"Non costringetemi ad usare le maniere forti", ha spiegato Di Sarno, "come la limitazione della circolazione nella nostra città". La paura, infatti, è che il virus possa continuare a diffondersi tra i ragazzi e, attraverso questi, colpire anche "i nostri genitori, i nostri nonni e le persone anziane che non hanno le difese immunitarie dei più giovani". Al momento la situazione di Somma Vesuviana vede 24 persone positive, di cui 22 asintomatiche, ma la crescita è stata esponenziale: 7 casi solo nelle ultime 24 ore. E si tratta di ragazzi, come detto, tra i 20 e i 23 anni. E proprio a loro si è rivolto in primis il sindaco Di Sarno: "Non è il momento di assembrarsi, il periodo non è dei migliore. Non vorrei attivare delle procedure limitative alla libertà personali". Ma l'appello è rivolto anche ai commercianti, a cui chiede "di non fare entrare persone senza mascherine nei propri locali". Ed ancora, il sindaco ha sottolineato ancora l'importanza di utilizzare la mascherina, che "deve essere il nostro "pane quotidiano", dobbiamo utilizzarla tutti, soprattutto per salvaguardare i nostri genitori, i nostri nonni e le persone anziane che non hanno le difese immunitarie dei più giovani".

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