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Comune di Napoli, debiti per 2,5 miliardi: i revisori bloccano la spesa per tre anni

I revisori dei Conti danno parere positivo al rendiconto 2020 del Comune di Napoli, l’ultimo bilancio della giunta de Magistris, ma certificano un disavanzo di 2,5 miliardi di euro e bloccano la spesa nel bilancio di previsione 2021-23 fino alla copertura dei debiti: si potranno fare solo spese ordinarie e essenziali.
A cura di Pierluigi Frattasi
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I revisori dei conti bloccano la spesa del Comune di Napoli per il prossimo triennio 2021-23, che sarà vincolata alla copertura del disavanzo da 2,5 miliardi di euro. Se non si saldano i debiti, si potranno fare solo le spese ordinarie, gli acquisti essenziali, pagare le condanne arrivate per sentenza e saldare debiti che altrimenti provocherebbero danni gravi e certi al Municipio. È quanto prevede il collegio nella relazione, firmata il 2 settembre scorso, allegata al rendiconto di bilancio 2020 della giunta De Magistris, che ha certificato al 31 dicembre 2020 un passivo di 2miliardi e 465 milioni di euro. Il prossimo sindaco, quindi, dovrà vedersela con il problema del blocco della spesa non essenziale, a meno di un netto miglioramento delle entrate o di altri interventi da Roma, con prestiti o trasferimenti di risorse, che possano consentire di azzerare il disavanzo più velocemente.

Rendiconto 2020, ok dei revisori

Il collegio dei revisori – Costantino Sessa presidente, Domenico Carozza e Antonio Daniele componenti – dà l'ok al documento contabile, esprimendo “giudizio positivo per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2020, previa immediata applicazione delle maggiori quote di disavanzo al bilancio di previsione esercizi 2021-2023 per il ripristino del pareggio di bilancio”. Ma sottolinea anche che “tenuto conto della situazione finanziaria e nelle more della copertura del disavanzo, mediante l’applicazione al bilancio di previsione esercizi 2021/2023, l’Ente potrà assumere impegni e pagare spese per servizi, espressamente previsti per legge o ordinate da provvedimenti giurisdizionali esecutivi o la cui mancata assunzione e/o pagamento comporterebbe danni gravi e certi al Comune”.

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I revisori, peraltro, evidenziano una serie di criticità, tra queste:

La vendita delle case popolari resta ferma al palo. Anche se rimane ad oggi la leva principale del piano di risanamento. Il Comune prevede infatti nel bilancio 2021-23 di incassare per quest'anno 55 milioni di euro. I revisori però evidenziano "significativi ritardi accumulati nel conseguimento degli obiettivi contenuti nel piano di dismissioni immobiliari, con evidenti ripercussioni sull’assorbimento della quota annuale del disavanzo complessivo. I revisori quindi raccomandano “alla struttura dedicata alla gestione del patrimonio immobiliare e al relativo piano di dismissione, quale leva fondamentale di risanamento finanziario, di effettuare una attenta revisione e rimodulazione dello stesso, in considerazione della crisi emergenziale sanitaria ed economica da covid-19, fornendo dettagliate indicazioni in merito alle unità immobiliari maggiormente alienabili, con prudenziale iscrizione in bilancio”.

Ma anche scarsi risultati nella riscossione delle tasse e nella lotta all'evasione. Il collegio evidenzia il “basso grado (%) di riscossione in conto competenza ed in conto residui delle entrate tributarie (Titolo I) e extra-tributarie (Titolo III). Tale criticità si evidenzia soprattutto nella riscossione dei tributi evasi ed elusi, pari allo 0,9% delle somme accertate nel 2020”.

Per quanto riguarda le “entrate in termini di efficienza nella fase di accertamento e riscossione”, il collegio “rileva che non sono stati conseguiti i risultati attesi e che in particolare le entrate per il recupero dell’evasione sono state le seguenti”. Nella lotta all'evasione, per esempio, su 72milioni di euro accertati di recupero tra Imu-Ici, Tarsu-Tares, Cosap-Tosap e altri tributi, sono stati riscossi solo 697mila euro.

Infine, il “ripetuto ricorso all’utilizzo di fondi vincolati di cassa per il pagamento di spese correnti” e la “assenza di corrispondenza fra posizioni debitorie e creditorie fra il Comune e gli organismi partecipati. Infatti dall’analisi ricognitiva, allegata al rendiconto, figura un discordanza negativa (netta) di euro – 85.090.392,00”.

In Conclusione, però, il Comune riesce a tenere in piedi i conti. “L’ente non è da considerarsi strutturalmente deficitario”. E l’organo di revisione, “nel corso del 2020, non ha rilevato gravi irregolarità contabili o gravi anomalie gestionali e/o suggerito misure correttive non adottate dall’Ente”.

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