Ciro Rapuano ucciso con 60 coltellate alle spalle: forse inerme quando la moglie Lucia Salemme l’ha colpito

Le circa sessanta ferite da coltello rilevate sul corpo di Ciro Rapuano, ucciso la notte del 4 settembre scorso dalla moglie nella loro abitazione di Sant'Arcangelo a Baiano, nel rione Forcella, sono tutte nella parte posteriore del corpo, tra spalle e gambe: un particolare che, in attesa dell'autopsia, tiene in piedi l'ipotesi secondo cui la donna potrebbe averlo colpito mentre era inerme sul letto. La donna si trova ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato; alle forze dell'ordine e ai magistrati ha detto di essersi difesa dopo essere stata aggredita e di essere da anni vittima di violenze mai denunciate.
Le coltellate tutte alla schiena
Il numero preciso delle coltellate non è possibile stabilirlo al momento: i medici legali hanno riscontrato decine di segni da punta e taglio, ma si dovrà attendere l'autopsia per capire effettivamente quanti fendenti sono stati sferrati e, soprattutto, da che angolazione. E l'accertamento sarà fondamentale anche per capire se, ed in questo caso per quale motivo, Rapuano era in quei momenti inerme. L'incarico potrebbe essere conferito già domani, 9 settembre.
Quando la polizia è arrivata nell'abitazione nel centro di Napoli, allertata dalla stessa Lucia Salemme, anche lei era ferita: un profondo taglio dalla spalla al braccio da un lato, tre tagli sulle dita dell'altro lato. Si tratta di lesioni apparse compatibili con la difesa da una aggressione: la 58enne ha raccontato di essere stata accoltellata, di essersi accorta di un secondo coltello nascosto sotto il cuscino del marito e di avere afferrato quell'arma per colpire l'uomo.
Le accuse di violenza
Sulla vicenda le indagini sono condotte dalla Procura di Napoli (IV sezione, fasce deboli) e affidate alla Polizia di Stato. La donna, difesa dall'avvocato Riccardo Pinto, è in carcere dal 4 settembre. L'udienza di convalida si è tenuta sabato mattina, anche in quella circostanza Lucia Salemme ha ammesso di avere ucciso il marito e ha raccontato di essere vittima da anni di violenze che non aveva però mai denunciato. Al termine dell'udienza il gip ha convalidato l'arresto ed emesso misura cautelare in carcere; sulla decisione avrebbe pesato anche una "non linearità" della ricostruzione fornita dalla donna e, soprattutto, il fatto che la dinamica non sia ancora chiara.