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Chiude lo Smav, storico locale di Santa Maria a Vico (Caserta): “Un’avventura irripetibile”

Chiude lo Smav, lo storico locale di Santa Maria a Vico in provincia di Caserta. I titolari: “Chiudiamo e non perché le cose non andassero bene, anzi. Ma questa è un’altra storia che volentieri ci lasciamo alle spalle”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Chiude lo Smav, lo storico locale di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta. Una doccia fredda per tutti, casertani e non, visto che da anni lo Smav era diventato un punto di riferimento per la musica live conosciuto in tutta Italia. Lo hanno annunciato gli stessi proprietari del locale, che negli ultimi otto anni avevano ospitato artisti di varia caratura italiane e internazionale, da Diodato a Miss Keta, passando per Pinguini Tattici Nucleari, Coez, Willie Peyote, Marlene Kuntz e tantissimi altri.

"Tutto quello che volevamo, il nostro intento, è sempre stato quello di rendere questo posto non solo migliore ma diverso", hanno scritto i proprietari del locale, che però spiegano: "Chiudiamo e non perché le cose non andassero bene, anzi. Ma questa è un’altra storia che volentieri ci lasciamo alle spalle". E anche questo aumenta l'amarezza dei tanti che sono rimasti spiazzati dalla notizia. "I ricordi legati a questo resteranno indelebili nella nostra mente e nei nostri cuori", spiegano ancora i titolari, "ci piace pensare che SMAV sia stato non solo un luogo di intrattenimento, aggregazione, ma anche un rifugio in cui sentirsi a casa, uno spazio capace di dispensare energie e messaggi positivi".

Tantissimi i messaggi che in queste ore stanno arrivando per esprimere vicinanza ai titolari e per ricordare i grandi momenti vissuti all'interno dello Smav in questi lunghi otto anni. Nato all'interno delle mura di una vecchia fabbrica dismessa di Santa Maria a Vico, punto nevralgico di incontro tra le province di Napoli, Caserta e Benevento, sembra aver lasciato un segno indelebile nei cuori di tantissime persone. "Ci auguriamo che possa esistere un altro Smav, un altro contenitore di sogni, perché la musica e i concerti, quelli di un certo tipo, devono continuare", hanno spiegato ancora i titolari, "soprattutto in una realtà difficile come quella della nostra provincia".

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