Chiude il supermercato MD di Arzano, 40 famiglie rischiano di perdere il lavoro: dipendenti incatenati

Chiude il supermercato MD di via Atellana ad Arzano, in provincia di Napoli: 40 famiglie rischiano di restare senza lavoro. La notizia della chiusura è arrivata a seguito di una sentenza del Tar della Campania. I dipendenti si sono incatenati in segno di protesta. Il Comune di Arzano, guidato dalla sindaca Cinzia Aruta, aveva avviato verifiche sull'attività commerciale, che sono poi sfociate in un contenzioso amministrativo. Ieri, 6 agosto, il primo cittadino ha incontrato i rappresentanti della proprietà del supermercato "in un clima di ascolto e responsabilità istituzionale", sottolinea il Municipio in una nota.
La sentenza del Tar sul supermercato di Arzato
La sindaca ha espresso "vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti, comprendendo appieno le preoccupazioni occupazionali derivanti dalla chiusura dell'attività. Allo stesso tempo, ha chiarito che il provvedimento eseguito oggi dalla Polizia municipale è il risultato di una sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Campania, che ha sancito l'illegittimità dell'esercizio dell'attività commerciale nell'immobile in oggetto". Ma qual è il motivo? L'esercizio dell'attività del supermercato sarebbe "privo del necessario cambio di destinazione d'uso da industriale a commerciale. La sindaca ha inoltre sottolineato che l'unico rimedio eventualmente esperibile dalla parte privata è un ricorso al Consiglio di Stato per richiedere una sospensione cautelare".
"Ogni altro intervento – prosegue la sindaca – sarebbe non solo illegittimo, ma anche lesivo dell'imparzialità e del rispetto delle istituzioni. Questa vicenda, pur nel suo fondamento giuridico, ha un risvolto profondamente umano che nessuna istituzione può ignorare: dietro ogni serranda abbassata ci sono vite, famiglie, sacrifici. La politica ha il dovere di ascoltare, di farsi carico del disagio, e – nel pieno rispetto della legalità – di esplorare ogni spazio possibile per mitigare gli impatti sociali, laddove compatibile con le norme e con l'equilibrio degli interessi in gioco. Per questa ragione – conclude – l'amministrazione comunale ribadisce il proprio impegno affinché ogni soluzione utile al mantenimento dei livelli occupazionali possa essere cercata nelle sedi competenti".
"Tuttavia, la salvaguardia dell'interesse pubblico, della legalità urbanistica e del corretto equilibrio tra le attività commerciali sul territorio non può essere derogata, come confermato dal giudice amministrativo. Per questo, è grave e scorretto trasformare un passaggio giudiziario in una campagna di discredito. Chi alimenta polemiche pretestuose e disinformazione, nascondendo una sentenza chiara del Tar che ha riconosciuto la correttezza dell'azione comunale, finisce per utilizzare la sofferenza dei lavoratori come strumento di propaganda. È un gesto che non aiuta nessuno: non la città, non le famiglie coinvolte, non il dibattito pubblico".