Chi è Angelo Napolitano, il tiktoker dei cellulari a prezzi stracciati: “Sapevo dell’indagine, dimostrerò mia regolarità”

Quarantasette anni, noto per la vendita di telefoni cellulari ed elettrodomestici in genere a prezzi molto bassi, con interessi ora anche nella ristorazione con l'apertura di un bar, ma la popolarità acquisita soprattutto grazie al "personaggio social": eccolo, Angelo Napolitano, 47 anni, amministratore della "Am Distribution" Srl, al centro dell'indagine della Guardia di Finanza su un sistema di false fatture e vendite in nero che ruota intorno alle sue attività, tra cui la più famosa, "Napolitano Store".
La difesa di Angelo Napolitano: "Dimostrerò che sono in regola"
La notizia è esplosa questa mattina: sequestro da 5.7 milioni di euro per beni immobili e immobili, tra cui uno yacht da 16.5 metri intestato ad un'altra persona (Napolitano risulta nullatenente), e l'accusa di frode sull'Iva, fatture false e vendite in nero. E si è diffusa principalmente sui social: tantissimi utenti si sono riversati sui suoi profili per chiedere aggiornamenti ma anche per sfottò e insulti.
L'imprenditore ha replicato con un video su TikTok, la piattaforma dove conta poco più di 400mila follower e utilizzata non solo per la pubblicità allo store ma anche per i litigi virtuali con altri commercianti, in particolar modo con chi criticava i prezzi da lui applicati (prima nello store, poi nel bar) ritenendoli troppo bassi per potere essere sostenibili.
"Le mie attività sono regolarmente aperte, svolgeremo sempre il nostro lavoro quotidiano – dice Napolitano nel video – sapevo di avere una indagine addosso e, come sempre, dimostrerò la mia regolarità nelle mie attività e ho pienamente fiducia nella Giustizia".

I telefoni venduti a prezzi stracciati e in contanti
Una delle ultime offerte riguarda l'iPhone 17, che Apple vende in preordine a 979 euro: da Napolitano Store, come annuncia il 47enne in un video, ne bastavano 949.99 e con caricatore in omaggio.
In diversi video Napolitano non ha fatto mistero di preferire i pagamenti in contanti, conditio sine qua non per accedere agli "sconti": il prezzo della merce veniva quantificato in "magliette dell'Avellino", alludendo alle banconote da cento euro per via del colore.
E proprio questo è uno degli aspetti su cui si basa l'indagine della Guardia di Finanza: secondo gli investigatori le vendite "in nero" venivano giustificate contabilmente con false fatture ed evasione dell'Iva; al cliente veniva data una "bolletta", simile ad un normale scontrino ma di nessuna validità fiscale; la "doppia contabilità" permetteva di giustificare l'uscita della merce dal magazzino, monitorare le vendite e assicurare l'eventuale sostituzione dei prodotti agli acquirenti.