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Catello Maresca: “Napoli, città senza visione, sul PNRR si rischia di perdere la metà dei soldi”

L’allarme del presidente della commissione di vigilanza: “Manca trasparenza sulle procedure, c’è il rischio infiltrazione”. Sul patrimonio comunale: “Napoli Servizi ha fallito, possiamo pensare di cambiare gestore”. No ai commissariamenti: “C’è bisogno di una visione della città”.
A cura di Antonio Musella
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Catello Maresca, già candidato sindaco del centro destra al Comune di Napoli, presiede da alcuni mesi la commissione di vigilanza e controllo sui fondi del PNRR del Comune di Napoli. Un compito delicato, soprattutto con la rapidità con cui le enormi risorse che si stanno mettendo a disposizione dei Comuni vanno impegnate, attraverso la consegna dei progetti da parte degli enti locali. Fanpage.it ha intervistato il magistrato a capo della commissione di controllo per capire come stanno procedendo i lavori di progettazione del Comune di Napoli rispetto al PNRR. E' stata anche l'occasione per affrontare alcuni dei temi più caldi del dibattito pubblico in città, come la gestione delle partecipate, il controllo del patrimonio comunale, soprattutto sugli alloggi popolari e dei beni comuni, e come la città si sta ripresentando ai turisti dopo la fase di pandemia.

Come procedono i lavori della commissione fino ad ora? E quali sono i rischi che lei vede?

Innanzitutto quello che mi appare è che non c'è una vera e propria visione da parte dell'amministrazione comunale. I fondi del PNRR sono un'occasione unica, straordinaria, irripetibile perché non arriveranno mai più così tanti soldi e tutti insieme. Le procedure sono complesse, anche per le scelte fatte dal governo, ma devo dire che sono molti i rischi che vedo. Credo, e penso di non sbagliarmi, che almeno il 50% delle risorse per Napoli resterà inutilizzato, sia per un problema di incapacità progettuale del Comune sia per un problema di procedure troppo veloci. Tra pochi mesi dovremo valutare i progetti realmente cantierizzabili, quelli per i quali i Comuni devono impegnare le risorse, e credo proprio che i numeri saranno questi.

Sulla trasparenza invece come procede?

C'è un grande problema di pubblicità, inteso proprio con il termine letterale, cioè di rendere pubbliche le procedure da parte del Comune a tutti i cittadini. C'è un sito, usato dall'amministrazione comunale, che rimanda a quello nazionale, ma ahimè da dicembre del 2021 questo sito non è aggiornato. Se un cittadino vuole vedere se il Comune di Napoli ha partecipato ad un progetto non può avere questo dato. Il problema della trasparenza è serio, perché dietro a questo si nascondono poi i problemi più grazi di infiltrazione camorristica e di corruttela. Noi come commissione abbiamo attivato un canale diretto con l'amministrazione per essere aggiornati sui passaggi, ma i cittadini sono completamente tagliati fuori dalle informazioni.

La gestione delle partecipate è un argomento che tiene banco, sembra esserci l'ipotesi di un commissario per ogni aziende di proprietà del Comune, lei cosa ne pensa?

Innanzitutto dico che se lo stato delle aziende partecipate si deduce dai servizi che offrono, allora è uno stato pessimo. Io non sono d'accordo all'uso dei commissari e se questa dovesse essere una scelta del Sindaco per deresponsabilizzarsi allora ancora di più non la condivido. Bisogna intervenire subito, cambiando i vertici delle aziende, capire cosa non aveva funzionato per non commettere gli stessi errori, far crescere una nuova classe dirigente che guidasse le aziende. Anche su questo non c'è una visione, non c'è un piano, se i commissari sono una scelta straordinaria non vanno bene, servono scelte strutturali.

Altro tema caldo è quello della gestione del patrimonio comunale, dove le infiltrazioni criminali nella gestione si espandono, come si può intervenire?

Da 10 anni, è bene ricordarlo, noi al Comune non abbiamo un vero censimento che ci dica chi è negli alloggi del Comune, e non parlo degli occupanti abusivi, ma anche di quelli che hanno titolo. Davanti a questa disorganizzazione chi ci trae vantaggio è la camorra, che entra sempre di più nella gestione effettiva del patrimonio. Noi in consiglio comunale e in commissione abbiamo chiesto a gran voce che si inizi un percorso per capire innanzitutto chi c'è in queste case. Pensate che negli ultimi 10 anni si è acquistato un software per digitalizzare il patrimonio, ma il Comune non ha un hardware adatto su cui farlo girare. E' una situazione paradossale su cui va fatta chiarezza. Questo, secondo me, si può fare anche cambiando il soggetto che attualmente gestisce le case del Comune di Napoli. Questo era un compito assegnato alla "Napoli Servizi" che ha fallito.

A proposito di patrimonio comunale, lei vuole chiedere la revisione della delibera di De Magistris sui "beni comuni", perché?

Mi segnalano spesso delle situazioni su cui bisognerebbe intervenire, ma è un problema di sistema, di gestione di questi posti. Ci sono situazioni virtuose in cui si svolgono effettivamente attività sociali, altri in cui non si fa o si fa tutt'altro. I controlli spesso non ci sono proprio, si tratta di beni pubblici, vanno monitorati, se si offrono servizi o iniziative culturali ben vengano, ma se vengono utilizzati per fini a volte illeciti allora bisogna stroncare questo tipo di utilizzo. Magari si può passare la mano ad altri che hanno intenzioni più positive.

Napoli a Pasqua si è presentata nuovamente piena di turisti, che città abbiamo offerto ai visitatori?

Napoli a Pasqua si è presentata come sempre, una città sporca, senza servizi, con un sistema dei trasporti bizzarro, perché non c'è una visione, non c'è un piano. La città è viva ma ha bisogno di risposte, una città che vuole essere una metropoli, un attrattore culturale e turistico, non può permettersi di versare in questo stato. L'amministrazione se riuscisse a dare risposte risulterebbe anche più simpatica ai cittadini probabilmente, questo a prescindere da tutto. Prima c'erano difficoltà economiche, ora il "Patto per Napoli" è stato siglato, stanno arrivando i soldi, non ci sono più scuse, c'è bisogno di una visione.

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