Campi Flegrei, nel sottosuolo scoperta una cavità nascosta lunga 1 chilometro

Il costante monitoraggio della caldera dei Campi Flegrei, utile a tenere sotto controllo l'attività sismica del supervulcano partenopeo e le evoluzioni ad essa collegate, regala spesso grandi sorprese: nel sottosuolo della caldera, infatti, precisamente a 3,6 chilometri di profondità è stata scoperta una cavità nascosta, lunga un chilometro; la scoperta è stata resa possibile grazie a uno studio condotto dall'Università di Pisa, in collaborazione con l'Ingv e il Gfz Helmholtz Centre for Geosciences di Postdam (Germania), pubblicato sulla rivista specializzata Nature Communications Earth and Environment, che potrebbe essere utile a comprendere l'evoluzione del sistema vulcanico dei Campi Flegrei e, quindi, a valutarne meglio i rischi.
"Abbiamo individuato la cavità grazie all'analisi di segnali sismici di lunghissimo periodo (VLP). Questa struttura risuona sempre alla stessa frequenza (0,114 Hz) da almeno sette anni, segno che le sue dimensioni e la sua composizione sono rimaste stabili nel tempo, si tratta di un indizio prezioso per comprendere come si evolvono i flussi di fluidi nel sottosuolo e individuare eventuali segnali di variazione strutturale che potrebbero indicare un aumento del rischio vulcanico" ha spiegato Giacomo Rapagnani, dottorando dell'Università di Pisa e primo autore dello studio.
"Questo studio evidenzia come lo sviluppo e l'applicazione di tecniche sofisticate per l'analisi dei dati sismologici siano fondamentali per comprendere a fondo processi geofisici complessi, come i terremoti e le eruzioni vulcaniche. Solo spingendo al limite le nostre capacità di analizzare grandi quantità di dati eterogenei possiamo migliorare la comprensione di questi fenomeni e mitigare con maggiore efficacia i rischi a essi associati" ha aggiunto il professore Francesco Grigoli, docente di Geofisica all'Università di Pisa e coautore dello studio.