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Campania zona gialla, l’infettivologo del Cotugno Punzi: “Preoccupato, i ricoveri non calano”

Intervista all’infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli Rodolfo Punzi. Lo specialista spiega di essere preoccupato per l’imminente zona gialla, dato il numero di ricoveri Covid, almeno all’ospedale Cotugno, non sembra essere sceso. “Quello che bisogna necessariamente fare è far recuperare alla popolazione un senso di responsabilità civile”
Intervista a Dott. Rodolfo Punzi
Direttore dipartimento malattie infettive e urgenze infettivologiche dell'ospedale Cotugno di Napoli
A cura di Gaia Martignetti
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Dottor Punzi, com'è la situazione all'ospedale Cotugno?

"La situazione al Cotugno è ancora di intenso lavoro. Noi riusciamo a liberare pochissimi posti ogni giorno che sono legati a quelle 2-3 dimissioni per reparto e che danno un minimo di turnover nei ricoveri ordinari. Ma siamo nell'ordine degli 8 posti letto che si liberano e nell'arco di poche ore vengono rioccupati. La subintensiva è sempre piena, la terapia intensiva credo quasi piena. Ci sono pochissimi posti. Quindi la situazione al Cotugno, le ripeto, è di intenso lavoro.

Avete notato una diminuzione dei ricoveri Covid?

Noi, di fatto, una diminuzione dell'afflusso dei ricoveri non l'abbiamo notata. Molti magari vengono con i propri mezzi o con le ambulanze private, quindi non utilizzano il 118, il CORE. Non so se si sentono più protetti al Cotugno, questa potrebbe essere un'ipotesi ottimistica. Se devo dire che abbiamo notato una riduzione dei ricoveri, o una riduzione dei casi gravi in questo momento, grazie alle vaccinazioni o alla zona rossa, francamente, io non mi sento di dirlo. I numeri delle infezioni in Campania non è che siano diminuiti di molto".

C'è un po' di paura per questa zona gialla in Campania?

"C'è un po' di paura, però in zona arancione come rossa la gente per strada c'è e si assembra. Le persone ormai hanno perso il senso di responsabilità e hanno grande stanchezza di rimanere a casa. Siamo stanchi anche noi. Il compromesso tra la situazione economica e la salute la deve trovare la politica, ma la politica con la P maiuscola. È difficile dopo 13, 14 mesi di sacrifici di alcune categorie. Voglio vedere anche l'altra faccia della medaglia. C'è gente che tra poco sarà nelle mani dell'usura".

Cosa si può fare?

"Quello che bisogna necessariamente fare è far recuperare alla popolazione un senso di responsabilità civile. E accelerare in maniera spaventosa la campagna vaccinale. Solo così riusciamo a ridurre le infezioni. Dopo aver vaccinato gli operatori sanitari nel nostro ospedale, non vediamo infezioni da mesi tra gli operatori, eppure noi trattiamo varianti brasiliane, inglesi. Sono preoccupato per la zona gialla, lo ero per l'arancione. Sono preoccupato per il numero di ricoveri che non si riducono nel nostro ospedale".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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