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Botti illegali, due arresti in Costiera. Il video: l’esplosione come quelle delle bombe

I carabinieri hanno arrestato due persone per detenzione di botti illegali. Nel video diffuso dagli artificieri, l’esplosione degli ordigni: potenti come bombe.
A cura di Nico Falco
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Due giovani, entrambi incensurati, sono stati arrestati nelle scorse ore in Costiera Sorrentina, in provincia di Napoli, perché trovati in possesso di botti illegali e quindi potenzialmente pericolosi. Gli interventi si inquadrano nel pieno di controlli predisposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri in vista della notte di Santo Stefano; in entrambi i casi è stato necessario l'arrivo degli specialisti degli artificieri, che hanno dovuto mettere in sicurezza l'area per procedere con la rimozione degli ordigni. I militari hanno diffuso un video che mostra il "brillamento" di uno degli ordigni sequestrati in questi giorni: l'esplosione è praticamente identica a quella che sarebbe stata causata da una bomba.

Botti nascosti nel bar, arrestato 34enne a Vico Equense

A Vico Equense a finire in manette è stato un 34enne del posto. Il giovane, titolare di un bar che si trova a due passi dalla chiesa di San Renato di Sorrento, aveva nascosto nell'esercizio commerciale complessivamente 14 chili di esplosivo, detenuti illegalmente. Di questi, 8 chili erano costituiti da materiale pirotecnico categorizzato e gli altri 6,3 chili erano materiale esplodente privo di qualsiasi categoria, ovvero ordigni artigianali. Secondo i militari il commerciante li aveva stipati nel bar con l'intenzione di venderli.

A Massa Lubrense artificieri in casa di un 23enne

A Massa Lubrense, invece, gli artificieri sono intervenuti nell'abitazione di un 23enne, anche lui incensurato e finito in manette per detenzione di materiale esplodente. I carabinieri hanno perquisito l'appartamento in cui vive e in un deposito nelle sue disponibilità hanno trovato e sequestrato 300 grammi di botti illegali, ordigni esplosivi a tutti gli effetti, oltre a 3 chili e 800 grammi di fuochi pirotecnici categorizzati ma detenuti senza porto d'armi. Per la rimozione del materiale gli specialisti hanno dovuto prima mettere in sicurezza la zona, impedendo l'accesso all'edificio durante l'intervento.

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