Botte, morsi sputi e poi investe lei e le sue amiche. Tentato femminicidio ad Acerra, arrestato l’aggressore

La morte di Martina Carbonaro, ammazzata ad Afragola da quello che teoricamente era il suo ex fidanzato, è avvenuta a giugno scorso ma sembra già seppellita nella memoria di chi probabilmente non ricorda nemmeno il suo nome. Nel frattempo, ad Acerra, 20 minuti d'auto da Afragola, sempre in quell'hinterland Nord buco nero della provincia di Napoli, un altro caso che avrebbe potuto portare all'ennesimo nome sulla lista delle donne uccise dai compagni, dagli ex fidanzati, da mariti.
La storia è raccontata dai carabinieri: ha avuto un esito per l'aggressore, finito in carcere. E la sua vittima è fortunatamente viva. Ma è stato un caso. Poteva ammazzare lei e le sue amiche. Questa ragazza di 19 anni stava trascorrendo una serata serena con tre amiche, sedute su una panchina della casa comunale di via Palatucci. Non voleva pensare all’ex compagno, un 20enne operaio incensurato del posto, né alle vessazioni subite durante la relazione, durata circa nove mesi e conclusa cinque mesi fa.
Secondo i carabinieri della stazione locale, il legame tra i due era segnato da continui maltrattamenti mai denunciati. Il giovane, ossessionato da una gelosia patologica, la costringeva ad azzerare le amicizie e i contatti. Voleva controllare, impossessarsi della sua vita. In più occasioni l'aveva picchiata e morsa. Ferite che la vittima aveva fotografato e conservato sul cellulare, senza però trovare il coraggio di denunciare.
Dopo la rottura, il 20enne non si era rassegnato. La perseguitava ovunque: sotto casa, nelle scale del palazzo dove abitava, nei luoghi che frequentava. Aveva già tentato di aggredirla e più volte danneggiato la sua auto. Lo scorso maggio, incontrandola per caso lungo il corso principale della città, le aveva sputato in faccia. Anche questi episodi erano rimasti senza denuncia.
L’epilogo è arrivato pochi giorni fa. Lui era in sella allo scooter, come un rapace, la stava cercando. Sapeva che la 19enne era uscita, ma lei non rispondeva alle sue ripetute e ossessive chiamate, archiviate come relazione tossica di cui liberarsi. Ma quando l'uomo l'ha individuata, la furia si è mischiata alla gelosia. L'ha raggiunta, l'ha insultata e colpita con uno schiaffo. Lei è fuggita, tentando di rifugiarsi in auto, accanto alle amiche. In quell'istante, il 20enne ha accelerato puntando la ragazza. In un attimo, lo scooter ha travolto il gruppo per poi fuggire. Tutte e quattro sono finite in ospedale. Hanno riportato lesioni, fortunatamente non gravi, nessuna è in pericolo di vita.
Il giorno dopo, la 19enne – forse anche incoraggiata dalle amiche- ha stavolta trovato la forza di recarsi dai carabinieri. Ha raccontato tutto: l’aggressione e gli episodi mai denunciati. I militari hanno avviato immediatamente le indagini, ricostruendo la dinamica e raccogliendo numerosi elementi a carico del giovane. Il 20enne è stato rintracciato e arrestato. Si trova ora nel carcere di Poggioreale con accuse pesanti: atti persecutori, maltrattamenti, lesioni e percosse.