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Qualcuno spieghi a Bocelli che Napoli non c’entra niente con le sue fesserie sul Coronavirus

Andrea Bocelli, nient’affatto rassegnato alle fesserie espresse sulla pericolosità del Nuovo Coronavirus usa un esempio che si sarebbe potuto risparmiare: quello dei festeggiamenti di Napoli in occasione della Coppa Italia. Forse ignora che molti partenopei si indignarono vedendo quelle scene proprio perché avevano vissuto e sofferto e non volevano ritornare nell’inferno di marzo.
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Nel tentativo di spiegare l'inspiegabile, cioè come gli sia venuto in mente di andare ad un convegno di ‘negazionisti' del Covid e lì ciarlare sull'insussistenza dei casi di Nuovo Coronavirus, Andrea Bocelli cerca di mettere quella che a Napoli si definirebbe la ‘pezza a colore‘. E per farlo tira in ballo perfino qualcosa che riguarda la città partenopea, citandola testualmente come esempio di fortuna dopo un assembramento. Il caso, noto, è quello dei festeggiamenti per la Coppa Italia in città.
«Anche Napoli dopo la vittoria in coppa Italia ha fatto il diavolo a quattro e non è successo niente per fortuna» dice il cantante che si è dichiarato «umiliato» dal lockdown nei giorni peggiori della pandemia, periodo trascorso nella sua villa.

Non tutti i napoletani sono stati contenti di quella pagliacciata in piazza Plebiscito e piazza Trieste e Trento, dei caroselli di auto e dell'ammuina. Bocelli non sa niente di quell'episodio eppure lo usa come perno di una teoria pseudo scientifica sulla non-pericolosità del virus, usando una fallacia argomentativa del genere di generalizzazione impropria, a suo corredo. Molti napoletani si sono indignati dopo aver visto quelle scene proprio perché avevano vissuto e sofferto e non volevano ritornare nell'inferno di marzo.

Dice di essere ‘un ottimista' , il cantante Andrea Bocelli: ma forse non sa che oggi c'è una (seppur modesta) ripresa del numero di contagi in Campania e di ricoveri per Covid. In Campania quasi 500 persone, se fossero ancora vive, potrebbero spiegargli che le sue teorie  sono sbagliate e che il suo ottimismo può tranquillamente riversarlo altrove, non certo sulla possibilità che non si incontri un contagiato da cui contrarre il Covid perché entrambi sono senza protezione alcuna.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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