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Sfregiata con un coltello al volto a soli 12 anni: si cerca il fidanzato 17enne

Una ragazzina di soli 12 anni è stata sfigurata al volto con una coltellata: ricoverata al Pellegrini prima e poi al Santobono, non è in pericolo di vita.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una ragazzina di 12 anni sfregiata al volto con un coltello: una notte di sangue quella vissuta a Napoli, per motivi ancora da chiarire. C'è ancora molto da definire in una vicenda che per ora ha solo una certezza: una ragazzina dei Quartieri Spagnoli sfregiata permanentemente al volto, con una cicatrice che si porterà per tutta la vita, e non solo fisica. Tutto è accaduto quando attorno all'1.30 di questa notte all'ospedale Pellegrini è arrivata una bambina con una vistosa ferita: subito sono stati allertati i carabinieri del nucleo operativo di Napoli Centro e della Sezione di Intervento Operativo (SIO), che sono accorsi nel nosocomio partenopeo.

L'arrivo in ospedale con la ferita al volto

La ragazzina aveva una ferita profonda, provocata a quanto pare con un'arma da taglio: sottoposta dai medici ad un'operazione chirurgica, non è in pericolo di vita. La prima prognosi è di trenta giorni, con un danno permanente al viso. Trasferita poco dopo all'ospedale pediatrico Santobono, è stata dimessa per il miglioramento delle sue condizioni. I carabinieri mantengono il massimo riserbo sulla dinamica e sulle indagini in corso. Non è ancora chiaro chi abbia sferrato il fendente alla ragazzina: gli inquirenti non lasciano trapelare nessuna ipotesi ufficiale.

L'ipotesi del fidanzato geloso

Forse dietro al mistero ci sarebbe un presunto "fidanzatino" della giovane: un 17enne, che proprio la ragazza avrebbe indicato come l'aggressore e che avrebbe agito a suo dire per "motivi di gelosia". Il giovane sarebbe attualmente irreperibile: forze dell'ordine che lo starebbero cercando per chiarire meglio la sua posizione. La ragazzina avrebbe infatti espressamente detto ai carabinieri ed ai sanitari il nome dell'aggressore, indicandolo come il proprio "fidanzantino" ed adducendo "motivi di gelosia" come movente dell'aggressione.

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