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Covid 19

“Avellino, 91enne positivo Covid e su sedia a rotelle costretto a venire a Napoli per la dialisi”

La lettera della figlia del 91enne: “Mi appello al Prefetto e alle istituzioni per aiutare mio padre, già molto debilitato e impossibilitato a viaggiare”
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Positivo al Covid di 91 anni e con una gamba amputata costretto a venire a Napoli da Avellino tre volte a settimana per fare la dialisi, perché nel capoluogo irpino non ci sono centri dedicati Covid per dializzati”. A denunciarlo è la figlia che ha segnalato la situazione all'associazione Aned che si occupa di pazienti dializzati e trapiantati. “Obbligare questo signore a spostarsi per 3 volte a settimana da Avellino a Napoli – commenta Luisanna Annunziata, segretario Aned Campania – è una vera follia. Le istituzioni si attivino immediatamente per attivare centri dedicati Covid per dializzati e trapiantati anche ad Avellino, ed evitargli alcune ore di viaggio dopo una dialisi che rende il paziente ancor più debole”.

La lettera della figlia del 91enne

Scrivo a nome di mio padre di anni 91.

Papà, dializzato cronico da diversi anni, è ospite ad Avellino presso una struttura scelta dalla mia famiglia perché ubicata nello stesso fabbricato di un centro di dialisi.

In data 5 gennaio 2022 sono stata informata dalla direzione della Casa riposo, che essendo risultato positivo un loro collaboratore, dopo la dialisi effettuata da mio padre in mattinata, rientrato in struttura era stato sottoposto a screening con tampone antigenico per verificarne la positività al covid-19.

Purtroppo il risultato del tampone è stato positivo, pertanto venivo informata dal direttore sanitario del centro di dialisi che mio padre non poteva essere nuovamente trattato presso la loro struttura vista la regolamentazione regionale, che impone il trattamento dialitico dei pazienti positivi al Covid, seppur asintomatici, in strutture pubbliche specifiche (Ospedale Cotugno di Napoli o Ospedale di Scafati) o in strutture private che abbiano avuto l’autorizzazione dalle Asl a trattare i predetti pazienti.

Ad Avellino, non riesco a spiegarmi come sia possibile dopo quasi due anni di emergenza, né l’ospedale civile può dializzare i pazienti positivi, né alcuna struttura privata è stata autorizzata.

Sono stata informata che la ASL Avellino proprio a causa dell’aumento esponenziale dei casi dovuti alla variante Omicron ha siglato un accordo con la struttura privata Nephrocenter con sede in via Posillipo a Napoli e che mio padre dovrebbe dializzare li fin quando non tornerà negativo.

Mio padre, 91 anni, amputato all’arto inferiore sinistro, portatore di stomia, pacemaker e con grave insufficienza vascolare che gli comporta stati di agitazione, non può, seppur in ambulanza, pensare di essere trasportato 3 volte a settimana a Napoli per sottoporsi alla terapia salvavita della dialisi, che già di per se gli comporta anche grave ipotensione (di solito chiude con 60/40 di pressione).

Quindi l'appello al “direttore generale della ASL Avellino, e al Prefetto, affinché decidano, per solo dovere e atto di umanità nei confronti dei pazienti dializzati, di provvedere a creare un centro dialcovid in provincia (Ospedale di Solofra) o struttura privata autorizzata come avvenuto nella Asl Napoli 3 sud.

Spero in un vostro celere supporto in quanto mio padre dovrà sottoporsi a terapia dialitica entro e non oltre martedì 11 gennaio, e spero vivamente che non lo debba fare essendo trasportato a Napoli”.

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