Asili nido e scuole dell’infanzia pubblici, il Comune di Napoli cerca partner privati per collaborare

Il Comune di Napoli chiede aiuto ai privati per migliorare le scuole d’infanzia e gli asili nido pubblici. Le strutture non sono sufficienti per rispondere alla domanda di tutta la città ed il personale comunale fatto da maestre ed educatrici necessita di continui aggiornamenti professionali anche sulle nuove tecniche educative e sull’uso delle nuove tecnologie. Da qui, il bando pubblico rivolto agli enti del terzo settore interessati ad una partnership con il Municipio per collaborare su specifici progetti. A disposizione ci sono oltre 730mila euro. Una volta individuati i partner, saranno sottoscritte delle convenzioni. La durata delle collaborazioni per ogni progetto sarà di 7 mesi.
Scuole, il Comune chiede aiuto ai privati
Si tratta di un “Avviso pubblico per l'individuazione, mediante selezione, di un partner per la co-progettazione e la realizzazione di interventi mirati a migliorare la qualità dell’offerta educativa del Comune di Napoli”, nell’ottica della costruzione di un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, ma mantenendo la natura totalmente pubblica dei nidi, nel solco tracciato dalla riforma della “Buona scuola” del 2015. Il Comune di Napoli “ha programmato degli interventi mirati a migliorare la qualità dell’offerta educativa comunale – si legge nell’avviso – anche coinvolgendo enti esterni attivi nel settore educativo, chiamati a supportare il Sistema Educativo Comunale con una progettualità congiunta”.
Il report sugli istituti e le difficoltà
Nell’avviso viene fatto anche il punto sullo stato dell’arte del sistema scolastico comunale e sulle sue difficoltà. Per quanto riguarda nidi e micro-nidi d’infanzia comunali, che si occupano di bimbi da 3 mesi a 3 anni, il Comune dispone di 44 strutture, prevalentemente aggregate a scuole dell'infanzia comunali, a gestione diretta, per circa 1.650 posti. L’organico include 336 istruttori socio educativo a tempo indeterminato e 21 unità a tempo determinato.
La difficoltà riguarda “l’offerta non omogenea per tutto il territorio cittadino. Nel corso degli anni sono state privilegiate le aree periferiche o particolarmente svantaggiate e questa tendenza è stata soltanto parzialmente invertita negli ultimi anni”.
Per le scuole dell'Infanzia comunali, ci sono 52 plessi scolastici, suddivisi in 173 sezioni che accolgono circa 3.194 bambini. Il Comune ha 321 maestre, 31 unità nel profilo di maestra/o di sostegno, nonché ulteriori 74 maestre per sostegno ed ulteriori 40 di sezione comune assunte a tempo determinato. “L’offerta delle scuole dell’infanzia comunali – scrive l’Ente – è segmentata in una tipologia variegata di plessi. La struttura logistica (c’è una differenza sostanziale tra essere ospitati in un appartamento o poter svolgere le proprie attività in un edificio scolastico) e la dimensione dei plessi (si oscilla da un minimo di una sezione fino ad un massimo di sette) sono i fattori che condizionano profondamente i risultati qualitativi attesi.
Infine, ci sono le sezioni primavera, nell’Anno Scolastico 2021/2022 ne sono state attivate 4, aggregate alle scuole dell'infanzia comunali, per un totale di circa 83 posti per bambini dell'età tra i due ed i tre anni.
L’obiettivo della co-progettazione con i privati
Il bando si propone di individuare un partner per la co-progettazione e la realizzazione di interventi coordinati facenti parte di un modello di Servizio Educativo Comunale mirati a migliorare la qualità dell’offerta educativa dei nidi e delle scuole dell’infanzia a gestione diretta del Comune di Napoli.
Quali sono gli interventi ipotizzati? Si prevedono "atelier tematici, supporto all’accudimento e benessere dei bambini, interventi di qualificazione del personale dipendente; azioni coordinate di supporto alla didattica attiva per l’inclusione di bambini con disabilità; ricerche e studi scientifici di supporto e di sviluppo all'uso delle nuove tecnologie informatiche e digitali applicate al sistema educativo, anche per l’aggiornamento degli strumenti didattici e delle metodologie di apprendimento".
E, ancora, "rinnovamento e riprogettazione degli spazi educativi per la revisione organizzativa e didattica dei servizi stessi. Potenziamento della rete pubblico/privato a favore dell’offerta formativa territoriale; Rafforzamento del ruolo della scuola come comunità educante, in particolare in contesti ad alto rischio e maggior fragilità; Proposta di un modello di offerta educativa innovativa per i bimbi da 3 mesi a 6 anni, trasferibile e sostenibile".