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“Appartengo al clan”, per due anni perseguita un imprenditore e la sua famiglia: nei guai un uomo a Pozzuoli

Nei confronti dell’indagato è scattato il divieto di avvicinamento alle persone offese per atti persecutori aggravati dal metodo mafioso.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Per due anni ha perseguitato un imprenditore e la sua famiglia, cagionando in loro un perdurante stato di ansia, che gli ha fatto temere anche per la loro stessa vita: per questo a Pozzuoli, nella provincia di Napoli, i carabinieri della locale compagnia, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese e ai luoghi da loro frequentati – emessa dal gip del Tribunale di Napoli – nei confronti di un uomo del posto, gravemente indiziato di atti persecutori aggravati dall'utilizzazione del metodo mafioso.

Stando a quanto ricostruito dai militari dell'Arma e dai magistrati dell'antimafia, l'indagato, dall'aprile del 2022, avrebbe cominciato a perseguitare un imprenditore della città flegrea e i suoi familiari, che hanno cominciato a temere per la loro incolumità, arrivando a denunciare l'uomo. L'indagato, per esercitare maggiore pressione sull'imprenditore, paventava un suo rapporto di parentela con esponenti di rilievi del clan Longobardi-Beneduce, sodalizio criminale operante proprio nel territorio di Pozzuoli.

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