A Bagnoli lo scontro tra clan è a colpi di video sui social, auto incendiate e danni alle case

Da una parte annunciano "stiamo tornando", dall'altra rispondono "non siete nessuno": a Bagnoli, periferia Ovest di Napoli, da qualche giorno, lo scontro tra clan si combatte sui social. Video che compaiono a cadenza quotidiana su TikTok, anche più volte al giorno, e che sono naturalmente impossibili da ricondurre subito a qualcuno di ben preciso, ma i nomi citati appartengono tutti alle due famiglie che si contenderebbero il quartiere: gli Esposito-Nappi, un anno fa decimati dagli arresti, e i Maiorino, gruppo emergente collegato ai Troncone di Fuorigrotta. Poi ci sono gli "sfregi" davanti alle abitazioni, sulla scia di quanto già successo nei scorsi mesi: mura danneggiate, statue distrutte. E un risposta che sembra arrivare direttamente dal carcere: "Godetevi questi giorni di gloria", firmato Famiglia Esposito.
I due clan che si contendono Bagnoli
Il blitz che ha smantellato il clan Esposito-Nappi risale ad esattamente un anno fa. Diciassette settembre, 11 arresti firmati dalla Squadra Mobile di Napoli (dirigente Giovanni Leuci); tra i destinatari della misura, tra gli altri, l'intera famiglia Esposito: Massimiliano Esposito "lo Scognato", presunto capoclan (che verrà arrestato dopo un mese di latitanza), la moglie, Maria Matilde Nappi, i due figli, Christian e Massimiliano Esposito Junior, e il fidanzato della figlia, Carmine Esposito detto "Sese".
Agli arresti avrebbe fatto seguito il tentativo di infiltrazione da parte di un nuovo gruppo che, secondo gli inquirenti, farebbe capo alla famiglia Maiorino, legata da vincoli di parentela coi Troncone di Fuorigrotta. A fine marzo 2025, l'ordinanza anche per il clan Troncone, eseguita dai carabinieri: in carcere era finito anche il reggente. Situazione esplosiva, decisamente: se per gli inquirenti gli Esposito sarebbero legati ai Licciardi, quindi all'Alleanza di Secondigliano, i Troncone farebbero invece parte della galassia di clan nell'orbita dei Mazzarella.
Le intimidazioni ai parenti del capoclan
Dopo gli arresti nel clan Esposito-Nappi ci sarebbero state diverse intimidazioni nei confronti di una parente del presunto capoclan "lo Scognato"; una donna che non risulta coinvolta nelle attività criminali ma che sarebbe stata minacciata più volte con l'intenzione di obbligarla a lasciare il quartiere. E in questa scia si collocherebbero gli "sfregi" avvenuti più di recente: una delle statue sistemate davanti alla sua abitazione è stata rubata, ad un'altra è stata spaccata la testa.
E, secondo quello che si mormora nel quartiere, sarebbe una intimidazione per la ragazza anche l'incendio dell'automobile andata a fuoco nella notte del 17 settembre nei pressi della sua abitazione. Episodio che richiama quello della notte del 31 ottobre 2024, quando una esplosione aveva distrutto, a Cavalleggeri, l'automobile di un pregiudicato vicino al gruppo Maiorino. In entrambi i casi non sarebbero emersi elementi tali da ritenere la matrice inequivocabilmente dolosa.
Il botta e risposta sui social
Negli ultimi giorni lo scontro sembra essersi spostato sui social. Sempre profili anonimi, che richiamano il nome del quartiere o il cognome delle famiglie coinvolte, nessuno di identificabile direttamente come autore. Ma dalle persone citate, e dal tono usato, è facile capire il contesto. Non si può escludere, chiaramente, che sia tutto opera di ragazzini, seppur legati a certi ambienti: il più delle volte il tenore degli insulti è veramente basso, livello di gossip da quartiere su presunte relazioni extraconiugali o orientamento sessuale. Ma ci sono anche messaggi decisamente più tetri. Come il video, firmato "6.5", sigla della famiglia Esposito, in cui si vede una foto che sembra scattata dall'interno del carcere e si legge la scritta: "Godetevi questi giorni di gloria che poi ve li piangerete. Promesso".