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Emergenza lavoro

“Ho 71 anni e chiedo scusa ai giovani senza lavoro: la mia generazione è stata egoista e ipocrita”

La lettera di Andrea è una accusa alla sua generazione: “La mia generazione è stata fondamentalmente egoista ed ipocriti. Abbiamo fatto man bassa di tutto ciò che potevamo avere a nostro vantaggio”.
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«Questo mondo non è fatto per i Santi», scrive a Fanpage.it Andrea, classe 1951. Settantun'anni, l'esperienza per capire che i santi d'oggi sono i giovani precari, atipici, sottopagati, freelance o peggio ancora, nella maggior parte dei casi disoccupati di lunga durata. E nemmeno più giovani visto che delle tante lettere sul lavoro giunte alla nostra redazione a scrivere sono ultraquarantenni che vivono, rassegnati, a casa dei loro genitori, poiché non riescono a trovare un lavoro degno di questo nome,

Andrea, originario del Casertano, racconta in maniera molto sintetica una vita di lavoro e sacrifici. Una vita che però non gli impedisce di avere un occhio critico sulla sua generazione e su quelle immediatamente successive. Non si inscrive nel club di coloro che magnificano i «cari bei vecchi tempi andati», le gavette e i sacrifici «che i giovani non vogliono più fare». Anzi.

L'ultrasettantenne campano racconta così la sua vita lavorativa:

Ho 71 anni ed ho fatto diversi lavori. I più disparati, da operaio, ufficiale di bordo, controllo di gestione. Per mia scelta e sempre con l'intento di migliorare. Non sempre ci sono riuscito. Ho sempre lottato e nei momenti difficili non mi sono mai perso d'animo. Forse la presenza di mia moglie (siamo sposati dal 1974) e dei miei due figli sono stati la mia "forza".

Poi arriva la parte più toccante del suo messaggio, affidato al nostro giornale e rivolto alle nuove generazioni. Un messaggio che mette «sotto accusa» quelli che oggi in gergo si definiscono «i boomer», ovvero le persone nate negli anni tra gli anni '40 e '60:

.Chiedo scusa e perdono a tutti i giovani di oggi perché io e la mia generazione siamo stati fondamentalmente egoisti ed ipocriti.

Abbiamo fatto man bassa di tutto ciò che potevamo avere a nostro vantaggio.

Siamo come i coccodrilli, dopo aver mangiato a sbafo, piangiamo… ma intanto siamo sempre pronti a riabbuffarci.

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