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Morte del 14enne gay: la Procura indaga per istigazione al suicidio

Proseguono le indagini sul 14enne che si è tolto la vita a Roma. Al vaglio degli inquirenti la lettera lasciata dal ragazzino prima di suicidarsi.
A cura di Antonio Palma
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La procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio in merito alla vicenda del ragazzino di 14 anni che nella notte tra il 7 e l’8 agosto scorso si è tolto la vita lanciandosi dal tetto del palazzo dove abitava nella Capitale.  In una lettera, infatti, il ragazzo aveva spiegato che il motivo del gesto estremo era riconducibile alle difficoltà, al disagio e alle discriminazioni vissute a causa della sua omosessualità. Proprio quella lettera è uno dei punti chiave della vicenda per capire se il 14enne sia stato istigato al suicidio da amici e compagni di scuola, ed è ora al vaglio degli  inquirenti. A quanto si apprende oltre al messaggio su carta il ragazzo ne avrebbe lasciato un altro su una memoria elettronica in cui il giovane fa il nome di dodici amici, 10 ragazze e due ragazzi, a cui i genitori avrebbero dovuto comunicare la notizia della sua morte.

Gli investigatori, che ancora non hanno iscritto nessuno nel regesto degli indagati, hanno deciso di ascoltare come persone informate sui fatti i dieci ragazzi in questione che saranno  sentiti nei prossimi giorni dagli uomini della squadra mobile e del commissariato San Basilio a cui oggi il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani ha conferito la delega per l'attività istruttoria. Secondo indiscrezioni comunque nei messaggi il 14enne non avrebbe fatto nessun accenno a casi specifici di bullismo o vessazioni subite. Gli stessi genitori del ragazzo, sconvolti, hanno dichiarato ai magistrati che non avevano rilevato segnali di disagio evidenti da parte del ragazzo.

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