video suggerito
video suggerito

Vincono un bando nelle case popolari di Aler ma l’immobile è inagibile: “Servivano oltre 25mila euro per i lavori”

Le Ali di Leonardo è un’associazione che si occupa di fornire assistenza medica nelle case popolari. Dopo aver vinto un bando di Aler e aver ottenuto un immobile in affitto, i volontari si sono resi conto che lo spazio assegnato era inagibile e avrebbe richiesto spese valutate per oltre 25mila euro: costi insostenibili per un’associazione che si basa sulle donazioni. Davanti a vane richieste di supporto fatte ad Aler e nonostante le spese già affrontate, i volontari hanno dovuto rinunciare all’immobile.
A cura di Alice De Luca
94 CONDIVISIONI
Immagine

"Dopo aver vinto un bando ci è stato assegnato da Aler un locale presso le case popolari di Milano, ma quando siamo entrati e lo abbiamo fatto visionare a due società di lavori ci è stato detto che l'immobile era inagibile e che la ristrutturazione sarebbe costata più di 25mila euro. Noi siamo un'associazione, viviamo di donazioni: non capisco come possano pensare che noi abbiamo tutti questi soldi. La reputiamo una truffa vera e propria, una presa in giro". A raccontare questa storia a Fanpage.it è Gabriella Scrimieri, presidente di Ali di Leonardo Odv, un'associazione di volontariato nata con l'obiettivo di creare delle realtà assistenziali infermieristiche e mediche all'interno delle case popolari di Milano.

Il bando di Aler e il contratto di affitto

Tutto inizia circa un anno fa, nell'aprile del 2024, quando l'organizzazione riesce a vincere un bando indetto da Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale) destinato a sole associazioni, ottenendo in affitto un locale di circa 52 metri quadri in zona Calvairate. "Non siamo riusciti a visionare il locale prima di firmare il contratto – spiega Scrimieri – perché Aler ci aveva messo a disposizione solo un giorno e un orario preciso per la visita, ma nessuno di noi era disponibile perché lavoriamo tutti in ospedale. Quindi ci fidiamo di quello che viene riportato nel bando, nel quale non si parla di locale inagibile e diroccato ma solo di un adeguamento catastale".

A dicembre l'associazione firma il contratto e paga, come richiedono i termini dell'accordo, 800 euro di fideiussione e una cauzione di 200 euro. A quel punto i volontari vanno sul posto a visionare il locale dopo aver ottenuto le chiavi dell'immobile. O meglio: dopo aver ottenuto la possibilità di accedervi, perché l'appartamento non ha nemmeno una porta: "Siamo andati con il fabbro perché abbiamo dovuto smontare le barre metalliche che chiudevano il locale", spiega la presidente. Un inconveniente che l'associazione risolve facendo montare una porta blindata pagata 1.600 euro.

L'ingresso dell'alloggio con le paratie di metallo
L'ingresso dell'alloggio con le paratie di metallo

Il sopralluogo del locale e la scoperta dei danni

La sorpresa peggiore, però, arriva una volta entrati: "Era un locale disastrato – racconta ancora Scrimieri – mancavano i pavimenti, i servizi igienici, c'era da rifare l'impianto elettrico, le tubature… in un primo momento ci siamo illusi di poter spendere qualche migliaia di euro e chiuderla là". Ma quando i volontari fanno valutare l'immobile da due società di lavori e si fanno fare i preventivi delle spese necessarie, si rendono conto che la situazione è più grave del previsto: "Ci viene detto i lavori da fare sono numerosi e che il locale ad oggi è inagibile". Tra pavimenti, rivestimenti, imbiancature, porte, finestre, demolizioni, costruzioni, rifacimento dell'impianto idrico, di quello elettrico, di quello del riscaldamento e della climatizzazione le spese che vengono prospettate all'associazione superano i 25mila euro. In tutto questo i volontari pagano anche circa 120 euro per la prima rata dell'affitto, a febbraio 2025.

Le condizioni dell'alloggio durante i primi sopralluoghi con perdite sul soffitto, macchie di umidità e muffa sui muri.
Le condizioni dell'alloggio durante i primi sopralluoghi con perdite sul soffitto, macchie di umidità e muffa sui muri.

La risposta di Aler

"Dopo l’intervento dei tecnici – continua Scrimieri – comprendiamo che il danno è molto più grande di quello che pensavamo. Ma noi siamo un’associazione di volontariato e non possiamo permetterci esborsi così alti. Viviamo di donazioni e non abbiamo di certo queste disponibilità. Contattiamo Aler con una email e ci viene risposto in una telefonata successiva che nonostante comprendano la situazione non possono venirci incontro". A questo punto l'associazione chiede ad Aler la disponibilità di un altro appartamento agibile da subito, "Ma ci viene risposto che se ci avessero dato un altro locale avrebbero creato dei precedenti e ci hanno consigliato di rinunciare a questo spazio, dopo che è passato quasi un anno. Un anno nel quale abbiamo affrontato delle spese che nessuno ci risarcirà".

Le condizioni dell'alloggio Aler nei primi sopralluoghi
Le condizioni dell'alloggio Aler nei primi sopralluoghi

Da qui la decisione di Scrimieri e dei volontari di rinunciare all'immobile chiedendo la revoca del contratto. "Io la reputo veramente una truffa – conclude la presidente – una presa in giro per i pazienti e per le persone. Anche coloro che vogliono aiutare non sono messi nelle condizioni di farlo. Ciò che dovrebbe fare il servizio pubblico ad oggi viene fatto dalle associazioni che non solo non vengono aiutate ma vengono anche ostacolate. E’ normale mettere a bando a disposizione delle associazioni immobili inagibili? Ma è possibile che tutto sia diventato una questione di lucro a discapito dei più fragili?"

94 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views