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Vigilantes pagati 5 euro e costretti a 80 ore di straordinari al mese: scoperto caporalato in una cooperativa

La società cooperativa Servizi Fiduciari, che fa parte del grande gruppo Sicuritalia, dovrà rispondere di sfruttamento del lavoro: i dipendenti erano costretti a paghe disumane e a continue minacce e intimidazioni.
A cura di Giorgia Venturini
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Dovrà difendersi dall'accusa di caporalato la società cooperativa Servizi Fiduciari, che fa parte del grande gruppo Sicuritalia. L'inchiesta della Guardia di Finanza di Como, coordinata dal pubblico ministero Paolo Storari, ha svelato lo sfruttamento di 9mila lavoratori: questi erano costretti a bassissime paghe, orari di lavoro oltre i limiti consentiti per legge e sottoposti a continue intimidazioni e minacce. A seguito delle indagini, la Procura ha disposto il controllo giudiziario della cooperativa.

Le minacce e le paghe da fame

Nel dettaglio l'inchiesta ha scoperto che i datori di lavoro minacciavano i dipendenti con il licenziamento oppure con il trasferirli in luoghi lontani dalla loro sede di residenza. Così gli impiegati erano costretti a subire paghe da fame, stimata a 5,37 euro lordi all'ora, pari a una retribuzione mensile di circa 930 euro lordi e 650 netti. Per raggiungere uno stipendio che gli permettesse la sopravvivenza i lavoratori erano costretti ad accettare prestazioni straordinarie di lavoro oltre i limiti consentiti per legge.

Straordinari di oltre 80 ore al mese

Tra i dipendenti che hanno raccontato la loro testimonianza c'è anche un lavoratore della Servizi Fiduciari che lavorava come vigilantes all'interno di un supermercato. Durante una giornata di lavoro l'uomo era stato accoltellato: la società gli ha però riconosciuto solo 24 euro di indennità "perché la ferita non era ritenuta grave". E ancora, un'altra lavoratrice ha raccontato che quando si andava in malattia e quindi non si potevano fare gli straordinari riceveva uno stipendio inferiore ai 500 euro al mese. I lavoratori erano costretti al mese a fare 80 ore di straordinari.

Senza tenere conto i tanti dipendenti che lamentavano condizioni igieniche disumane: c'è chi lavorava senza riscaldamento e chi durante il periodo Covid non aveva assicurato tutti i dispositivi di protezione. Tanti lavoratori erano però costretti a subire tutto questo perché erano in forte difficoltà economica e quindi dovevano a tutti i costi lavorare. Così facendo l'azienda in sette anni aveva raddoppiato il suo fatturato. Tutto però a discapito dei dipendenti. Ora la cooperativa dovrà rispondere di sfruttamento del lavoro.

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