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Vasca anti esondazioni Seveso al Parco Nord di Milano, l’appello: “Salvare 26 alberi ad alto fusto”

Le associazioni e i comitati che si oppongono alla realizzazione della vasca anti esondazioni del Seveso al Parco nord di Milano, unitamente al Comune di Bresso, hanno chiesto alle istituzioni di salvaguardare 26 alberi ad alto fusto che potrebbero essere abbattuti per la realizzazione dell’opera, attesa da decenni dagli abitanti di quei quartieri milanesi che con le piogge più intense finiscono sott’acqua. “Il filare di maestose alberature costituisce l’ultimo e unico baluardo per i 2000 residenti della zona affacciata sul cantiere contro rumori, vibrazioni ed esalazioni”, scrivono le associazioni, che si augurano di poter proseguire sulla strada del dialogo e di non dover essere costretti “a usare toni diversi”.
A cura di Francesco Loiacono
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Ventisei alberi ad alto fusto da salvare, spostando circa un metro più in là la posa di alcuni massi ciclopici che faranno parte della vasca di laminazione in costruzione al Parco nord di Milano. È la richiesta che le associazioni che si battono contro l'opera che, assieme a un sistema di altre vasche, servirà per contenere le esondazioni del fiume, hanno fatto a diverse istituzioni, dal Comune di Milano alla Regione Lombardia: "Da settimane i comitati e le associazioni del territorio sono impegnati a tentare di tutelare le alberature sulle sponde del Seveso per il tratto compreso tra l'area limitrofa alla passerella sul fiume, antistante le abitazioni, e lo sgrigliatore", hanno scritto in una nota il "Comitato No vasca", l'associazione "Amici parco nord", il "Comitato Senago sostenibile" e l'associazione "Amici del Milanino". Lo scorso 14 settembre alle associazioni si è unito anche il Comune di Bresso, che ha fatto pervenire a Mm (la società che si occupa dei lavori della vasca di laminazione) la richiesta ufficiale di preservare le alberature.

La richiesta: Slittare di un metro la posa dei massi ciclopici

"Slittare di 1 solo metro la posa dei massi ciclopici, ‘sfruttando' il margine d'azione consentito dall'area in sponda destra, ormai purtroppo completamente disboscata, si presentava come una proposta legittima, logica e basata sul buon senso – precisano le associazioni in una nota -. Lo scopo essenziale è quello di salvaguardare il filare di maestose alberature che costituisce l'ultimo e unico baluardo per i 2000 residenti della zona affacciata sul cantiere contro rumori, vibrazioni ed esalazioni". Inizialmente, a quanto pare, le istituzioni avevano garantito che il filare degli alberi ad alti fusto sarebbe rimasto a fare da schermo per le abitazioni: ma adesso le associazioni chiedono un impegno formale delle istituzioni, minacciando altrimenti azioni più eclatanti di quelle finora portate avanti: "Non vorremmo essere costretti, da istituzioni completamente sorde ai nostri ripetuti appelli, a intraprendere una strada più forte di contrapposizione e interposizione agli interventi previsti – si legge nell'appello . La nostra richiesta è tanto più legittima quanto più ci si sofferma a considerare che la modifica, richiesta da noi e dal Comune di Bresso, al lavoro di risistemazione dell'alveo, non confligge in alcun modo con la realizzazione della vasca di laminazione (che pur profondamente critichiamo)".

Le associazioni: Ci auguriamo di non dover usare toni diversi

Le associazioni sembrano dunque ormai aver accettato che la vasca di laminazione, attesa da decenni dagli abitanti di quei quartieri di Milano che a ogni pioggia un po' più intensa finiscono sott'acqua per via dell'esondazione del Seveso, si farà. Ma chiedono almeno un compromesso: salvare 26 alberi: "Ci aspettiamo dunque di poter rimanere sul percorso dell'interlocuzione, del dialogo e della mediazione, da noi sempre prescelto e di non essere costretti dalla gravità del danno che incombe su di noi a dover usare toni diversi".

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