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Covid 19

Vaccini anti covid Lombardia, conclusa la campagna in Fiera: si cercano altri spazi e personale

Si è conclusa oggi, domenica 7 febbraio, la seconda giornata di sperimentazione del piano di vaccinazione anti-Covid in Fiera Milano. Sono stati vaccinati tutti i 2.500 operatori di Areu sotto la supervisione del neo consulente di Regione Lombardia Guido Bertolaso. Per realizzare il suo progetto di vaccinazione di massa, l’Unità di Crisi è ora alla ricerca di personale e spazi più ampi.
A cura di Ilaria Quattrone
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È terminata oggi, domenica 7 febbraio, la seconda giornata di sperimentazione della campagna di vaccinazione in Fiera a Milano: le somministrazioni sono avvenute dalle 9 del mattino alle 18 e sotto la supervisione del nuovo responsabile per la Lombardia Guido Bertolaso. Oggi hanno ricevuto la loro dose circa 2.500 volontari dell'Azienda regionale dell'emergenza urgenza. Presenti anche il presidente di Regione Attilio Fontana e la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti.

Si cercano spazi ampi in cui svolgere le vaccinazioni

In mattinata si è svolto anche un incontro con i direttori generali di Ats, Asst e Irccs ai quali sono state date le indicazioni per predisporre i loro piani sul territorio: "Quello di oggi – afferma in una nota stampa il governatore Fontana – è stato un evento storico che consentirà di salvare la vita a migliaia di persone". L'obiettivo rimane sempre quello prefissato da Bertolaso nella conferenza stampa di presentazione: vaccinare tutti i lombardi entro giugno somministrando vaccini h24, sette giorni su sette e dando vita alla più importante attività di protezione civile mai registrata in Italia. Un progetto che però necessita della risoluzione di alcune importanti criticità. Prima fra tutti gli spazi. In un'area come quella di Fiera, stando a quanto rilevato dalla sperimentazione, è possibile somministrare 5.500 dosi al giorno. L'Unità di Crisi sta quindi individuando spazi dalle dimensioni più o meno simili. Secondo uno studio del Politecnico, Areu, Aria, Fondazione Cà Grande e Fondazione Fiera è possibile che la vaccinazione di massa si esaurisca in 16 settimane e non in 19, come previsto precedentemente. Per farlo sarebbe necessario avere luoghi come: l'ex palazzetto dello Sport di piazza VI Febbraio dove si potrebbero somministrare novemila dosi al giorno o palestre grandi all'incirca settecento metri quadrati dove si potrebbe somministrare ottocento vaccini. Al momento non si esclude nemmeno l'ipotesi di punti drive through.

Si aspetta il via libera per gli specializzandi

Al problema degli spazi, si somma quello relativo ai vaccini disponibili. Attualmente possono essere utilizzate le dosi del Pfizer e del Moderna, a cui si aggiungeranno quelle dell'AstraZeneca e presto anche il Johnson&Johnson. Lo studio suggerisce di concentrare il cinquanta per cento delle vaccinazioni e dei richiami nelle prime settimane della campagna di massa. Per farlo servirebbero 157mila inoculazioni al giorno. Ciò significa che, come spiegato al quotidiano Il Corriere della Sera da Francesco Longo, ricercatore del Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) della Bocconi, si avranno a disposizione due mesi per fare le somministrazioni e due per i richiami.  Infine, l'ultimo ostacolo è dato dal personale a disposizione. Stando a quanto rivelato dalle analisi condotte dall'Unità di Crisi guidata da Bertolaso dovrebbero servire quattromila persone tra medici e infermieri. Un numero che potrebbe ridursi qualora la Regione dovesse ottenere il lascia passare per avere anche gli specializzandi in squadra. A loro va aggiunto il personale amministrativo: secondo Longo dovrebbero servire almeno 2.500 persone per regolare i flussi.

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