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Un sasso gigante cade sulla Statale 2, due geologi: “Il monte è fratturato, troppo rischio per le persone”

Un macigno è precipitato ieri, 28 settembre, dal monte San Martino finendo prima sui binari della linea ferroviaria Lecco – Sondrio e poi cadendo sulla Statale 36. Due geologi sentiti da Fanpage.it hanno spiegato come prevenire episodi di questo genere.
A cura di Vittoria Brighenti
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Nella giornata di ieri, 28 settembre, un grosso masso è precipitato dal monte San Martino finendo prima sui binari della linea ferroviaria Lecco – Sondrio e poi cadendo sulla Statale 36, in località Pradello. L’incidente è avvenuto esattamente al chilometro 55.650 in direzione Nord, tra Lecco e Abbadia Lariana. Fortunatamente non ci sono stati feriti.

La circolazione dei treni è stata immediatamente interrotta tra le stazioni di Lecco e Mandello sul Lario e i circa 150 passeggeri sono stati fatti scendere e trasportati da un treno in transito grazie all’utilizzo di due autopompe dei vigili del fuoco. Per ridurre il disagio, Trenord ha organizzato un servizio sostitutivo tra le due stazioni. Fra Milano e Lecco è regolarmente attiva anche la linea S8 Milano-Carnate-Lecco.

L’evacuazione dei passeggeri dal treno in transito
L’evacuazione dei passeggeri dal treno in transito

Sulla Superstrada attualmente si viaggia solo nella corsia di sorpasso, fino a che tutto non tornerà in sicurezza. Il tratto di strada è uno dei principali collegamenti verso le piste da sci e gli impianti sportivi della Valtellina, dove si svolgeranno alcune gare delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.

Il macigno fortunatamente non ha colpito né un treno in transito in quel momento né gli automobilisti. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, gli agenti della Polstrada e i tecnici di Anas. Questi ultimi, insieme a un geologo incaricato, hanno effettuato la perlustrazione tramite l’elicottero dei Vigili del fuoco: hanno rilevato la presenza di masse rocciose ancora instabili e la zona di distacco della frana. Per prevenzione, la chiusura della corsia di marcia rimarrà in vigore per garantire la sicurezza degli automobilisti e per permettere l’esecuzione delle necessarie operazioni di rimozione di masse rocciose instabili.

Sentito da Fanpage.it, il geologo Massimo Riva ha spiegato che non è la prima volta che capitano episodi di questo genere in quella zona: "Ho seguito episodi simili, avvenuti lì qualche anno fa. È una zona soggetta alla caduta dei massi per la presenza di pareti rocciose dalle quali periodicamente si staccano dei blocchi. L’ultimo episodio risale al 2022, il rischio è sempre alto. Il problema maggiore è che sotto ci passano una ferrovia e una strada, è quindi molto pericoloso per le persone. Che cosa si può fare per prevenire? Quello che è già stato fatto in passato, ovvero mettere delle barriere per bloccare i massi. Le reti assorbono i massi che cadono e li fermano. Le reti però devono essere in quantità sufficienti per bloccare questi blocchi. Il masso che è caduto ieri è di parecchi metri cubi quindi aveva una forte energia, forse bisogna aggiungere reti".

Un altro geologo che opera sul territorio Lombardo, Marco Bettoni, sempre sentito da Fanpage.it, ha detto che quella è una montagna da cui si staccano le rocce: "Essendo molto alterata o fratturata. Per questo, con un'alta frequenza si staccano i massi. Per prevenire bisogna fare un’attività di monitoraggio, soprattutto sapendo che si tratta di una zona a rischio. Il Comune o gli enti dovrebbero organizzare un monitoraggio abbastanza continuativo e segnalarlo quando si rileva la presenza di massi pericolanti". E anche lui, come l'altro esperto, suggerisce l'utilizzo delle reti.

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