Uccise e fece a pezzi la vicina di casa, Domenico Livrieri condannato a 25 anni: “Agguato feroce e sproporzionato”

Fu un "agguato feroce e del tutto sproporzionato al fine" quello con cui Domenico Livrieri uccise Marta Di Nardo per "rapinare la vittima di 150 euro". Così si legge nelle motivazioni della sentenza a di primo grado con la quale lo scorso aprile il tribunale di Milano ha condannato Di Nardo a 25 anni di carcere per aver provocato la morte della vicina di casa. L'omicidio avvenne a Milano il 4 ottobre del 2023: il 46enne accoltellò la donna e nascose il cadavere sotto al letto, per poi tagliarlo a metà e metterlo nel contro-soffitto della cucina.
Come certificato da una perizia fatta durante il processo, l'uomo era affetto da una seminfermità mentale. Già condannato per reati contro il patrimonio, violenza sessuale e sequestro di persona, Livrieri avrebbe dovuto trovarsi in una Rems (Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza) quando ha ucciso la sua vicina di casa. Il 46enne, però, non era mai stato ricoverato per mancanza di posti e nonostante i ripetuti solleciti del pm alle autorità di competenza. Come ricostruito dai giudici, fin dal 1994 Livrieri “è stato seguito dai servizi sociali e dal Cps” (Centro Psico Sociale) e ha alternato periodi in comunità, ricoveri in ospedale, terapie farmacologiche, anche se “i periodi di maggiore difficoltà sono quelli presso il proprio domicilio”.
"In relazione al reato di violenza sessuale e lesioni – scrivono ancora i giudici – era stata applicata a Livrieri la misura della custodia in carcere, poi sostituita con la libertà vigilata, la quale si rilevava inadeguata al contenimento". A marzo del 2022 il giudice per l'udienza preliminare sostituì quindi la libertà vigilata con l'ingresso nella Rems, ma alla residenza di Castiglione delle Stiviere non c'era posto. L'uomo rimase quindi in libertà.
Nelle motivazioni della sentenza, i giudici della Corte di Assise di Milano hanno anche evidenziato come il 46enne durante il processo "ha mostrato scarsa resipiscenza per il fatto commesso e ha tentato, in modo grossolano e contraddittorio, di far passare l’omicidio come la conseguenza di un raptus improvviso e omettendo completamente la circostanza di aver soffocato” la 60enne “tenendole compresse per alcuni minuti le vie aeree, dopo averla colpita con un fendente non letale alla gola”.
L'omicidio risale al 4 ottobre del 2023, quando l'uomo colpì al collo con un coltello da cucina di 50 centimetri la vicina di casa con la quale viveva nelle case Aler di via Pietro da Cortona, a Milano. Successivamente nascose il cadavere sotto al letto per una settimana e poi lo tagliò, avvolgendo le due metà in due coperte e nascondendole nel contro-soffitto sopra la cucina. Il corpo fu trovato più di due settimane dopo l'uccisione, il 20 ottobre.