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Strage di Paderno Dugnano

Uccise con 108 coltellate madre, padre e fratellino di 12 anni: rinuncia al ricorso in Appello

Il ragazzo che è stato condannato a venti anni di reclusione per aver ucciso la sua famiglia con 108 coltellate a Paderno Dugnano (Milano) ha rinunciato a presentare ricorso in Appello.
A cura di Ilaria Quattrone
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Non ricorrerà in Appello, il ragazzo che nella notte tra il 31 agosto e l'1 settembre 2024, ha ucciso con 108 coltellate il padre, la madre e il fratello di dodici anni nella loro villetta a Paderno Dugnano, comune che si trova in provincia di Milano. All'epoca dei fatti, il giovane aveva 17 anni. Il 27 giugno scorso era stato condannato dal tribunale per i minorenni di Milano a scontare venti anni di reclusione, la pena massima prevista per il triplice omicidio con rito abbreviato. E adesso ha deciso di rinunciare al ricorso in appello. Il termine per impugnare la sentenza è infatti scaduto due giorni fa, martedì 4 novembre 2025.

A fine settembre erano state depositate le motivazioni della sentenza di primo grado emessa dalla giudice Paola Ghezzi. La magistrata ha riconosciuto che il ragazzo, al momento dei fatti, fosse capace di intendere e di volere. Ha quindi rigettato la richiesta di assoluzione per vizio totale di mente, che invece era stata richiesta dalla difesa. Ha inoltre riconosciuto l'aggravante della premeditazione. Per la giudice, l'imputato aveva maturato l'intento di uccidere già il giorno precedente. E, infatti, ha citato le dichiarazioni rese dal ragazzo durante l'interrogatorio: "Già la sera prima era successo che.. cioè avevo intenzione di farlo".

Oltre alla premeditazione, sono state riconosciute le aggravanti del vincolo di parentela e della minorata difesa perché ha ucciso i genitori in orario notturno: ha colpito il fratello mentre stava dormendo e i genitori che erano ancora intorpiditi dal sonno. E questo ha impedito alle vittime di difendersi. Inoltre è stato riconosciuto il vincolo della continuazione perché la famiglia è stata uccisa con lo stesso intento.

Nelle 51 pagine dell'ordinanza, la giudice ha inoltre spiegato perché è stata respinta la tesi del vizio totale di mente sottolineando che il ragazzo, che oggi ha 19 anni, era "guidato" da un pensiero definito "stravagante" e "bizzarro" , e cioè il progetto di raggiungere "l'immortalità" eliminando la sua famiglia, ma che questo non fosse un delirio ma una "potente fantasia". Quando il ragazzo ha ucciso la sua famiglia, hanno influito le "alterazioni" della sua personalità ma, nonostante queste peculiarità psichiche, il ragazzo avrebbe agito "lucidamente" programmando, attuando e variando "secondo il bisogno le proprie azioni, prima, durante e dopo".

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