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Tutte le volte che Milano è finita sotto inchiesta: i grandi scandali della città prima dell’urbanistica

Non c’è solo l’inchiesta sull’Urbanistica: i grossi scandali che hanno avuto la città di Milano e la Lombardia come protagoniste sono state diverse. Da Mani Pulite, cominciata con l’arresto di Mario Chiesa al Pio Albergo Trivulzio, alla Rimborsopoli tra i consiglieri della Regione, fino alla corruzione di chi ha approfittato degli ingenti investimenti arrivati per Expo nel 2015.
A cura di Alice De Luca
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Foto da LaPresse
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Nelle ultime settimane Milano è stata travolta dall'inchiesta sull'urbanistica: secondo le indagini della Procura, dietro alla costruzione e alla ristrutturazione di diversi edifici in città si sarebbe nascosto un presunto sistema di corruzione tra imprenditori e funzionari pubblici. Le responsabilità delle 74 persone indagate, tra le quali figura anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, è ancora da accertare. Nel frattempo il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti per sei di loro con le accuse di corruzione, falso e induzione indebita a dare o premettere utilità. Quella sull'urbanistica, però, non è la prima grossa indagine della Procura che coinvolge la città di Milano, che in passato è finita altre volte sotto la lente dei magistrati con inchieste come Mani Pulite, Rimborsopoli e Expo.

Tangentopoli a Milano: "Le nostre mani sono pulite"

Mani Pulite, la prima delle inchieste sul sistema di corruzione definito Tangentopoli, fu aperta tra 1991 e il 1992 dalla Procura di Milano e condotta da un pool di magistrati, nel quale emerse la figura di Antonio di Pietro. Le indagini dei pm rivelarono un sistema di tangenti ormai consolidato tra imprese private, funzionari dell'amministrazione e politici per l'aggiudicazione di appalti pubblici. Simbolo dell'inchiesta fu l'arresto a Milano di Mario Chiesa, esponente politico del partito socialista e presidente del Pio Albergo Trivulzio (storica casa di riposo milanese che gestiva grandi risorse economiche e appalti).

Diventato collaboratore di giustizia, Chiesa spiegò che gran parte dei soldi derivati dalle tangenti finiva illecitamente nelle tasche dei partiti, aggirando la legge sui finanziamenti pubblici. Lo scandalo riguardò diversi partiti e portò alcuni di questi, come il partito socialista italiano e la democrazia cristiana, alla dissoluzione. Da Milano, l'inchiesta si diffuse ad altre città, con migliaia di persone indagate a livello nazionale tra imprenditori, amministratori locali e politici di primo piano. Nel discorso che Sala ha tenuto nelle scorse settimane in Consiglio Comunale, dopo che l'inchiesta sull'urbanistica è stata resa nota, il sindaco si è dichiarato innocente e ha detto: "Non esiste una singola azione che ho fatto che possa essere attribuita a mio vantaggio. Le mie mani sono pulite".

Rimborsopoli in Regione Lombardia: denaro pubblico per spese private

Altro scandalo che coinvolse la Lombardia e la città di Milano nel 2012 è quello della cosiddetta "Rimborsopoli". Questa volta le indagini si concentrarono sull'uso illecito, avvenuto tra il 2008 e il 2012, di fondi pubblici destinati ai rimborsi delle spese dei gruppi consiliari. Ogni gruppo politico in Consiglio Regionale disponeva infatti di fondi per coprire le spese legate all'attività di governo (viaggi, documenti, appuntamenti). I pm però scoprirono che molti consiglieri e assessori regionali utilizzavano quei soldi per spese private o ingiustificate, come cene in ristoranti di lusso, bottiglie di vino costose, televisori, viaggi personali e abbigliamento. Nell'inchiesta furono indagati circa 5o consiglieri.

La corruzione nei grossi investimenti di Expo

L'inchiesta legata a Expo, l'esposizione internazionale ospitata da Milano che prevedeva enormi investimenti pubblici e privati, emerse nel 2014, un anno prima dell'inaugurazione dell'evento. I magistrati, anche in questo caso, rivelarono un sistema di tangenti e spartizione di appalti per la costruzione di padiglioni e infrastrutture legate a Expo. I cantieri, che rischiavano di essere messi in pausa a causa delle inchieste, proseguirono grazie a commissari straordinari e controlli più serrati. Molti degli indagati, tra i quali emersero anche nomi già legati all'inchiesta di Mani Pulite e Tangentopoli, furono arrestati con l'accusa di corruzione e turbativa d’asta. Alcuni furono condannati, altri assolti, mentre altri patteggiarono.

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