Teresa Stabile uccisa dal marito Vincenzo Girardi a Samarate: “Aveva paura a denunciarlo, la perseguitava”

È stata uccisa a coltellate quando era ancora in auto con la cintura allacciata, al ritorno da una giornata di lavoro. L'aggressione di Vincenzo Gerardi nei confronti della moglie Teresa Stabile, avvenuta sotto la loro abitazione di Samarate (Varese) lo scorso mercoledì 16 aprile, sarebbe stata solo l'apice di un lungo periodo fatto di minacce, pedinamenti, continui messaggi. Persecuzioni di ogni genere che hanno spinto il figlio maggiore della coppia, che ha 28 anni, a sporgere denuncia per violenza privata contro il padre.
La madre, invece, aveva paura. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e dalle testimonianze di amici, parenti e conoscenti della famiglia la 55enne, che da poco aveva avviato le pratiche per la separazione ed era tornata a vivere dai genitori, da tempo temeva per la sua incolumità. Ma non aveva intenzione di riferire alle forze dell'ordine ciò che era quotidianamente costretta a subire tra telefonate minatorie, controlli sugli orari di entrata e uscita a casa: secondo quanto emerso il 57enne era addirittura solito parcheggiare la propria macchina davanti al box della donna, così che a ogni spostamento lei fosse costretta a chiamarlo e a rendere conto di dove andava. "Se lo denuncio mi ammazza", aveva infatti confidato a più di un'amica.
E così Gerardi, intorno alle 19 di mercoledì, ha atteso il ritorno di Teresa Stabile nel cortile del palazzo dove abitano sia l'uomo che i genitori della donna. Aveva con sé un coltello da cucina. Mentre la ormai ex moglie parcheggiava, il 57enne ha spalancato la portiera e ha iniziato a colpirla violentemente, con almeno tre fendenti al torace. È stata inutile la corsa all’ospedale di Legnano, dove Teresa è deceduta poco dopo l'ingresso in Pronto soccorso.
L'uomo, fermato con un taser dai militari mentre tentava di scappare, ha immediatamente confessato il delitto davanti al pm Ciro Caramore, raccontando però di aver incontrato per caso la donna e che solo successivamente la situazione sarebbe precipitata. Ma il sospetto di chi indaga, in realtà, è che il dietro alle sue azioni ci sia una lunga premeditazione. Dopo il delitto, infatti, l'uomo scrive alla suocera: "Ho fatto ciò che dovevo. Buona Pasqua". In alcune lettere Girardi avrebbe inoltre scritto di voler uccidere la moglie, scegliendo il il 16 aprile come giorno in cui colpire e poi togliersi la vita.