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Tajani: “Gabbie salariali ricetta d’altri tempi, bisogna continuare a lavorare sul tema abitativo”

“Il tema delle gabbie salariali non si pone”. Così l’assessora alle Politiche del lavoro di Milano commenta a Fanpage.it le recenti dichiarazioni del sindaco Sala sugli stipendi dei dipendenti pubblici e sul costo della vita, che hanno suscitato molte polemiche ma che per Tajani sono una riflessione per “sollevare l’attenzione su un tema che è politicamente centrale, ed è il divario tra Nord e Sud in termini di performance economiche, di condizioni di vita e di reddito”. “A Milano i dipendenti comunali prendono complessivamente un salario aggiuntivo che si può quantificare in 4,5 milioni di euro grazie al contratto integrativo decentrato – spiega l’assessora – . Gli strumenti per misurare i salari rispetto al contesto e alla produttività esistono, quindi non c’è bisogno di pensare a ricette che sono di altri tempi e che non hanno funzionato”.
A cura di Francesco Loiacono
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Le parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, a proposito degli stipendi dei dipendenti pubblici e del costo della vita lo hanno esposto a polemiche da destra a sinistra. "È chiaro che se un dipendente pubblico, a parità di ruolo, guadagna gli stessi soldi a Milano e a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato, perché il costo della vita in quelle due realtà è diverso", aveva detto Sala nel corso di una diretta Facebook con l’associazione “InOltre – Alternativa Progressista”, a cui avevano partecipato i Giovani democratici. Pur senza mai nominarle, è parso che Sala auspicasse un ritorno alla gabbie salariali, meccanismo di adeguamento salariale ad alcuni parametri tra cui il costo della vita che, criticato da sindacati e lavoratori, venne abolito definitivamente nel 1972. In questo senso il sindaco ha ricevuto critiche dai ministri Amendola e Provenzano, da Fratelli d'Italia e dai Cinque stelle. "Ma il tema delle gabbie salariali non si pone – dice a Fanpage.it Cristina Tajani, assessora alle Politiche del lavoro, attività produttive, commercio e risorse umane proprio della giunta Sala. – Sono soluzioni che non stanno né in cielo né in terra", spiega, derubricando quella del suo sindaco a una provocazione.

Assessore, secondo lei quindi il sindaco Sala non intende davvero tornare alla gabbie salariali… 

Quello che penso io è che la riflessione del sindaco ha avuto il merito di sollevare l'attenzione su un tema che è politicamente centrale, ed è il divario tra Nord e Sud in termini di performance economiche, di condizioni di vita e di reddito. Se la sua provocazione è servita a questo è stata utile perché è una tematica di cui è giusto che si occupino non soltanto il governo a Roma ma anche le città, che siano queste Reggio Calabria o Milano.

In un suo post su Facebook dopo le affermazioni di Sala lei ha scritto che, di fatto, a Milano i dipendenti del Comune guadagnano già di più, almeno rispetto ai parametri base della pubblica amministrazione, grazie al contratto integrativo decentrato siglato la notte tra il 23 e il 24 dicembre 2019 con tutte le organizzazioni sindacali.

A Milano i dipendenti comunali prendono complessivamente un salario aggiuntivo che si può quantificare in 4,5 milioni di euro, distribuiti secondo i criteri che abbiamo concordato con i sindacati. Non una cifra piccolissima. Quello che volevo dire nel mio post è che gli strumenti per misurare i salari rispetto al contesto e alla produttività esistono e sono i contratti decentrati, purtroppo non molto usati né nel pubblico né nel privato. Quindi non c'è bisogno diciamo di pensare a ricette che sono di altri tempi e che non hanno funzionato.

A proposito di Comune: lei ha detto ciò che Palazzo Marino ha già fatto per i dipendenti comunali. Ma che strumenti ulteriori ha il Comune per cercare di intervenire sul costo della vita? Cosa può fare per abbassarlo, se può farlo? 

La domanda non è solo cosa può fare il Comune, ma cosa può fare la politica. Perché quando un amministratore come il sindaco parla lo fa perché ha una responsabilità non solo sui cittadini che amministra, perché il buon andamento di una città come Milano serve al Paese in generale. Rispetto al ruolo di amministratore, quello che noi abbiamo fatto, non solo sulla contrattazione di secondo livello, ma anche con altre forme di contratti e patti territoriali con organizzazioni sindacali e datoriali, è andato nella direzione di mantenere la dignità e la qualità del lavoro nella città al livello degli standard richiesti.

Può fare un esempio concreto? 

Un paio d'anni fa con le organizzazioni sindacali abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa sui lavoratori degli appalti del Comune. Spesso infatti si dice che i bassi salari si annidano soprattutto nella catena di appalti e sub-appalti: noi ci siamo impegnati a garantire condizioni salariali per queste tipologie di lavori "poveri" del terziario adeguate alle condizioni di vita. Io poi come assessore al Lavoro guardo soprattutto da questo lato il tema. Il costo della vita spesso segue le performance economiche, l'offerta di servizi, quindi sappiamo che in tutte le grandi città del mondo i costi della vita sono spesso più alti che in altri contesti di aree interne, anche perché l'offerta del servizio è diversa. Quindi è anche una questione di mercato, che certamente va calmierato dal mio punto di vista soprattutto guardando al lavoro, alla contrattazione e al dialogo con i rappresentanti dei lavoratori.

A Milano però sembra davvero tutto più caro: anche la movida, il divertimento, i beni di consumo. L'impressione che si ha è che la città, adesso alle prese con l'emergenza Coronavirus, dall'Expo in poi sia diventata sempre più attrattiva, ma sempre più costosa: dagli affitti ai servizi, come il recente aumento del biglietto della metropolitana. Si può fare qualcosa per fermare questa corsa al rialzo? 

Diciamo che sui beni di consumo la deflazione non è mai una buona notizia, perché vuol dire che c'è una difficoltà dell'economia in generale. Ci sono invece degli altri ambiti su cui è necessario intervenire, che sono stati spesso indicati dal sindaco. Per esempio il tema abitativo: non è una novità di oggi il fatto che l'amministrazione dal suo insediamento lavori sul tema degli alloggi per gli studenti a prezzi calmierati, anche attraverso il Pgt (Piano di governo del territorio). Dal mio punto di vista più che sui beni di consumo, che seguono un andamento del mercato, quello su cui è necessario lavorare è sul tema abitativo. Ed è la direzione che è stata più volte indicata dal sindaco: anche il Pgt prevede percentuali di nuovi alloggi destinati a studenti o a giovani coppie a prezzi calmierati o convenzionati.

Ma Milano, secondo lei, è una città cara?

La trovo una città che fino a ieri (nel pre-Covid, ndr) è stata sicuramente competitiva e ha continuato ad attrarre persone e anche giovani nonostante i prezzi più alti della media nazionale. Il tema rilevante è quello abitativo, ma è anche vero che se guardiamo al Mezzogiorno non ci sono differenze così macroscopiche nel mercato immobiliare per esempio tra Milano e Napoli, mentre ci sono in altri contesti. In ogni caso non penso che il tema sia se la città è cara o non è cara, il tema è se il lavoro e gli stipendi sono adeguati a vivere in maniera dignitosa e se l'offerta di servizi pubblici per esempio lo sia altrettanto. Perché a Milano per esempio abbiamo un'offerta di servizi per l'infanzia e asili nido pubblici con prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato che in altre città del Sud, dove magari è vero che la vita costa meno, non ci sono.

E al momento gli stipendi sono adeguati, in generale, per vivere in una città come Milano? 

Sono sicuramente presenti temi di disuguaglianza pure in una città come Milano, ed è su quelli che bisogna agire. Ci sono lavoratori poveri anche a Milano: bisogna costruire politiche del lavoro adeguate per far sì che si riduca questa disuguaglianza.

Ultima, inevitabile domanda in vista delle Comunali. Il sindaco continua a prendere tempo sulla sua eventuale ricandidatura: qualora decidesse di correre per il secondo mandato lei sarà al suo fianco? 

Ovviamente come tanti spero che il sindaco decida di ricandidarsi e quindi questo è il primo obiettivo: che lui possa scegliere di continuare il percorso. Io, come immagino tutti gli assessori che hanno lavorato con lui, gli darò una mano per vincere la campagna elettorale. L'obiettivo è vincere ancora con Sala sindaco, che credo possa dare ancora molto alla città.

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