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Svuotano il Lago Bianco per creare la neve artificiale: “Per salvare sci e turismo distruggono l’ambiente”

Il Cai Lombardia e i cittadini del comitato Salviamo il Lago Bianco spiegano a Fanpage.it cosa sta succedendo al passo del Gavia: “Per sostenere l’azienda del turismo dello sci si sta distruggendo l’ambiente”.
A cura di Giorgia Venturini
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Dalla pagina Facebook Salviamo il Lago Bianco
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C'è un lago alpino al Gavia, il passo di montagna che collega Ponte di Legno (Brescia) a Santa Caterina Valfurva (Sondrio), che alcuni cittadini della zona stanno provando a "salvare". Questo specchio d'acqua nel Parco dello Stelvio è il lago Bianco e da quest'estate è assediato dalle gru di un cantiere, approvato dalle istituzioni locali: l'obiettivo è di riuscire a prelevare l'acqua durante i mesi invernali e garantire sempre più neve artificiale necessaria per la pista di fondo del paese dell'Alta Valtellina. "Per sostenere l'azienda del turismo dello sci si sta distruggendo l'ambiente", ripetono più volte i cittadini della zona che hanno formato il comitato Salviamo il lago bianco che ha già presentato esposti in Tribunale e una petizione alla comunità europea.

La denuncia del Cai Lombardia contro il cantiere

Ad appoggiare il comitato è anche il presidente del Cai Emilio Aldeghi che a Fanpage.it spiega quello che sta accadendo al piccolo lago di origine glaciale: "Quando abbiamo saputo degli scavi ci siamo subito preoccupati per i danni che potevano provocare all'ambiente. Siamo inoltre preoccupati che l'ente Parco dello Stelvio non metta nelle sue priorità la difesa dell'ambiente. Un ecosistema che dovrebbe essere protetto. Invece per sostenere l'azienda del turismo e dello sci si distrugge l'ambiente. Capiamo le esigenze economiche ma non deve andare a discapito di un danno ambientale che poi non riusciamo a ripristinare".

Dalla pagina Facebook Salviamo il Lago Bianco
Dalla pagina Facebook Salviamo il Lago Bianco

E poi il presidente precisa: "Non c'è dubbio che siamo di fronte a una crisi climatica, la neve sarà sempre meno. La preoccupazione delle aziende sciistiche è quella di mantenere un costante livello: quindi se non arriva la neve si ricorre ai bacini idrici della zona per realizzare la neve con i cannoni sparaneve. Tutto però sempre a discapito dell'ambiente. Siamo di fronte una politica che ha dell'assurdo".

Poi conclude: "Noi siamo preoccupati dell'ambiente, il turismo dello sci ci interessa meno. Noi vogliamo preservare l'ambiente. Ci stiamo rendendo conto che il tema dell'ambiente arriva sempre in secondo piano rispetto all'aspetto economico".

Il cantiere che si sta avvicinando al lago
Il cantiere che si sta avvicinando al lago

Esposto presentato dal comitato Salviamo il Lago Bianco

Negli anni scorsi l'acqua utilizzata per creare neve con i cannoni era prelevata dai torrenti della valle. Ma a quanto pare ora non basta più. Ecco quindi che nel 2019 è stato autorizzato il progetto di approvvigionamento idrico per la pista di sci da fondo di Santa Caterina Valfurva che coinvolge il lago Bianco. E quest'estate sono arrivate le gru: il 10 settembre il Comitato Salviamo il Lago Bianco ha organizzato una camminata solidale al passo Gavia con circa 300 persone e il primo ottobre è stata presentata una diffida con l'obiettivo di fermare tutti gli scavi, per ora fermi a pochi metri dal lago ma che presto si avvicineranno all'acqua.

Come tiene a precisare a Fanpage.it Matteo Lanciani, uno dei membri del comitato, i cittadini provano da anni a salvare il lago Bianco: "Tutti gli enti della zona hanno dato il via libera a questo cantiere ed è dal 2020 che la cittadinanza solleva il problema. Da luglio con l'arrivo delle ruspe abbiamo manifestato il nostro dissenso creando il Comitato. Poi la manifestazione solidale e la presentazione della diffida che però non è servita a nulla perché il cantiere non si è fermato. Abbiamo allertato così tutte le forze dell'ordine fino a presentare un esposto in Procura". Venerdì 7 ottobre i carabinieri hanno fatto un sopralluogo nel cantiere, ma le gru sono ancora presenti al passo Gavia.

"Non dobbiamo dimenticare – continua Lanciani – che il lago si trova in una zona di protezione speciale comunitaria, nonché riserva natura statale. In questo habitat non si potrebbe neanche spostare un sasso, invece ci sono le gru per scopi industriali. Come è possibile nel 2023 pensare di andare a sfondare un laghetti alpino? Si tratta di un lago naturale già in sofferenza per questioni che sono ormai note a tutti. Noi contestiamo il cantiere ma anche gli organi statali perché nonostante le diffide e gli esposti nessuno sta andando a fermare tutto questo".

La riserva naturale dove si trova il Lago Bianco è stata costituita nel 2010 a seguito di una procedura di infrazione comunitaria europea che ha condannato la Repubblica Italiana, la Regione Lombardia, il Comune di Valfurva per i danni ambientali provocati dai lavori fatti per i mondiali del 2005. "Quindi gli stessi enti sono i medesimi che hanno creato già danni e che hanno portato a questa sentenza europea: ricordiamo che è stata questa precedente sentenza a dar vita alla riserva naturale. Anche questa volta la comunità europea è stata informata e avvieremo una petizione europea con relativo esposto", conclude Lanciani.

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