Stupro alla stazione di San Zenone: la Procura di Lodi chiede il “giudizio immediato” per l’aggressore

La Procura di Lodi, come si apprende, ha chiesto il "giudizio immediato" per Harouna Sangare, il 30enne originario del Mali, in custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver aggredito e violentato una 18enne la sera del 30 agosto scorso nei pressi della stazione di San Zenone al Lambro. La richiesta è al momento al vaglio del gip. Secondo quanto emerge, da una prima analisi dei telefoni pare che sia stato escluso che i due si conoscessero già, e quindi sembra trovare conferma l’ipotesi di un “agguato” casuale a una giovane pendolare di passaggio.
L'uomo è stato fermato nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre dai carabinieri con l'accusa di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa e di lesioni. Il 30enne, secondo quanto dichiarato nei mesi scorsi dalla pm di Lodi Martina Parisi, si trovava in Italia da poco più di un anno grazie a uno stato di protezione sussidiaria concesso dalla commissione territoriale lo scorso luglio: ha moglie e figli, e a suo carico risultano nelle banche dati delle forze dell'ordine precedenti per lesioni e maltrattamenti
I carabinieri del Ris di Parma avevano trovato un match con le tracce biologiche lasciate dall'aggressore sui vestiti della 18enne e uno dei campioni recentemente prelevati ai frequentatori dell'ex Hotel Ambra di San Zenone, un centro d'accoglienza a poche centinaia di metri dalla ferrovia che ospita più di duecento richiedenti asilo, senzatetto o ex detenuti, cittadini in situazioni di estrema fragilità sociale.
Proprio in questa struttura i militari si erano presentati per eseguire tamponi salivari a tappeto senza, però, trovare il responsabile: l'uomo, che lavorava nella struttura come aiuto cuoco, il giorno dopo la brutale aggressione si era infatti trasferito in un’altra comunità di Milano. È stato il direttore della onlus Fratelli di San Francesco, grazie all'identikit tracciato dalla vittima ("carnagione scura e capelli ricci") e a un fermo immagine delle telecamere di sorveglianza della zona, a indicare ai carabinieri il suo profilo e a mettere gli investigatori sulle sue tracce.