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Strangola la madre e finge che sia caduta in casa a Milano, Pietro Cortti condannato all’ergastolo

Pietro Federico Crotti è stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio aggravato della madre. Il 47enne avrebbe strangolato Piera Stefanina Riva con una cinta in casa a Milano e finto che fosse caduta in modo accidentale.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

La Corte d'Assise di Milano ha condannato all'ergastolo Pietro Federico Crotti ritenuto colpevole, in primo grado, dell'omicidio della madre 75enne aggravato dalla premeditazione. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, il 47enne avrebbe ucciso Piera Stefanina Riva strangolandola con una cintura nel loro appartamento di via Wildt lo scorso 13 gennaio e fingendo che fosse deceduta a seguito di una caduta accidentale.

A chiamare i soccorsi nella notte tra il 12 e il 13 gennaio era stato lo stesso Crotti. Ai sanitari intervenuti nell'appartamento nel quartiere Casoretto di Milano il 47enne aveva spiegato che la madre era caduta e aveva sbattuto la testa, mentre lui non aveva potuto aiutarla perché aveva le cuffie e non si era accorto di nulla. Come emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile, prima di chiamare il 112 Crotti aveva scattato fotografie e realizzato alcuni video con il cellulare mostrando il corpo della madre ormai deceduta.

Dalle analisi eseguite sul cellulare di Crotti, era emerso un altro video, registrato il 28 dicembre, in cui secondo l'accusa avrebbe cercato di precostituirsi una giustificazione plausibile per la morte della madre, dicendo che assumeva vari farmaci. Come testimoniato anche dal direttore della filiale della banca, un giorno prima della morte di Riva il 47enne aveva aumentato il massimale delle operazioni bancarie e si era accreditato dal conto della donna al suo 30mila euro. Infine, il 18 novembre aveva riscattato la polizza vita dell'anziana. Con problemi di droga e alcol, vari ricoveri in reparti psichiatrici per abuso di sostanze e precedenti per maltrattamenti sull'ex compagna, Crotti era stato incastrato con un'intercettazione captata da una cimice piazzata nella sua auto in cui a un amico ha confessato di aver ucciso la madre. Circostanze poi accertate con l'autopsia sul corpo di Riva.

La Corte d'Assise di Milano, presieduta da Antonella Bertoja, ha accolto la richiesta della pm Giancarla Serafini e condannato Crotti all'ergastolo. L'accusa è di omicidio aggravato dalla premeditazione, mentre sono state escluse le aggravanti dei futili motivi e della minorata difesa. I giudici hanno anche disposto nei confronti del 47enne, difeso dall'avvocato Carmelo Scambia, la sospensione della potestà genitoriale sulle due figlie e la confisca di tutti i beni, tranne l'appartamento della scena del crimine che verrà restituito agli eredi.

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