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Stradella, polizia spara lacrimogeni contro il picchetto di lavoratori in protesta da due giorni

Da due giorni i lavoratori della Ceva di Stradella, in provincia di Pavia, protestano per chiedere tra le altre cose l’aumento del ticket mensa e l’introduzione del riconoscimento della malattia. Sul posto poi sono intervenuti gli agenti anti sommossa che hanno lanciato lacrimogeni. Il tutto è stato ripreso in un video pubblicato poi sui social da Si Cobas, il sindacato al fianco dei lavoratori.
A cura di Giorgia Venturini
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Tensioni fuori dalla Ceva di Stradella, in provincia di Pavia. Qui i lavoratori hanno incrociato le braccia in segno di protesta per chiedere maggiori diritti come l'aumento del ticket mensa e l'introduzione del riconoscimento della malattia. Diritti che richiedono da giovedì mattina sedendosi davanti ai cancelli del magazzino rivolgendosi alla nuova committenza, la C&M Book Logistic, nata dall’accordo tra Ceva e Messaggerie Libri. Oggi nessuna consegna è stata effettuata: i manifestanti infatti, affiancati dal sindacato Si Cobas, hanno bloccato l'accesso dei tir. Sul posto poi sono intervenuti gli agenti anti sommossa che, come si vede in un video ripreso da alcuni lavoratori e sindacalisti, hanno lanciato lacrimogeni in direzione dei manifestanti. "Il presidio dei lavoratori Ceva di Stradella – si legge in un post Facebook di Si Cobas – è sotto attacco della celere che a colpi di lacrimogeni tenta di sgomberare l'ingresso del magazzino. Ecco qual'è il vero programma del governo Draghi, ecco lo scenario che attende migliaia e migliaia di lavoratori quando dal primo luglio verranno sbloccati i licenziamenti!Il 19 giugno tutti a Roma".

I lavoratori appoggiati dal sindacato Si Cobas

Intanto la protesta andrà avanti anche domani fino a quando non si arriverà a una soluzione con l'azienda. "Lo sciopero è il culmine di uno stato di agitazione che abbiamo proclamato per il mancato accoglimento di alcune richieste – spiega Massimiliano Donadelli, delegato Si Cobas, e come riporta La Provincia Pavese -. Chiediamo che venga garantita la malattia, considerato anche il particolare momento sanitario, e un aumento a 8 euro del ticket mensa". E ancora: "Abbiamo chiesto al nuovo committente di internalizzare tutti i dipendenti di Ceva, sia quelli della Città del Libro che quelli del magazzino Mondadori di Broni. Gli spostamenti tra i due poli secondo noi sono illegittimi perché i lavoratori devono avere la garanzia di una sede di lavoro stabile, in un periodo così difficile. L’internalizzazione risolverebbe tutti questi problemi e garantirebbe l’occupazione anche nel caso di un cambio d’appalto".

La nota dell'azienda Ceva

Sulla vicenda è intervenuta con una nota anche l'azienda Ceva: "A partire da giovedì 3 giugno è in corso una manifestazione da parte di alcuni lavoratori iscritti al sindacato Intercategoriale S.I. COBAS presso La Città del Libro di Stradella. CEVA Logistics, come parte della joint venture C&M Books Logistics che gestisce il sito, è costantemente impegnata a garantire adeguate condizioni di lavoro per i dipendenti del sito. Non è previsto nessun tipo di licenziamento. Infatti, gli investimenti effettuati dall'azienda negli ultimi anni – tuttora in corso – hanno assicurato la continuità delle commesse e, di conseguenza, una sicurezza lavorativa per circa 700 persone. L'azienda desidera esprimere il proprio dispiacere relativamente agli eventi di ieri".

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