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Perché non sarà più possibile comprare un gelato o una bottiglia d’acqua dopo la mezzanotte a Milano

Da maggio, il Comune di Milano vuole vietare la vendita di prodotti d’asporto dopo la mezzanotte e chiudere prima i dehors. Confcommercio: “Si stanno rendendo conto di cosa stanno facendo?”.
A cura di Matilde Peretto
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(foto di repertorio)
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Dopo la mezzanotte a Milano non si potrà più comprare cibo d'asporto. Come il gelato, per esempio. Lo ha annunciato l'assessore alla Sicurezza del comune Marco Granelli: dal 17 maggio al 4 novembre, per tutti i giorni della settimana, nelle zone più frequentate dalla città sarà vietato vendere d'asporto dopo la mezzanotte, mentre da mezz'ora dopo saranno chiusi i dehors. Partite subito le polemiche da parte della Federazione italiana pubblici esercizi e da Confcommercio, in difesa di tutti i commercianti che saranno danneggiati dall'ordinanza.

La proposta del Comune di Milano

Nelle zone di Brera e Ticinese fino alla Darsena, Arco della Pace e Lazzaretto, corso Como e Garibaldi, sarà vietato l'asporto dalla mezzanotte di tutti i giorni della settimana. Anche i dehors chiuderanno da mezzanotte e mezza e solo sabato, domenica e nei festivi l'orario si estenderà fino all'una e mezza. I venditori ambulanti, invece, dovranno interrompere la loro attività dalle ore 20 ogni giorno.

L'ordinanza, fa sapere l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, non è ancora stata firmata dal Comune. Entro il 3 maggio dovrà essere visionata e controllata dalle parti interessate. Al momento è pubblicata nell'Albo pretorio come "avvio di procedimento".

Le motivazioni dell'ordinanza

L'ordinanza ha l'obiettivo di "tutelare la tranquillità e il riposo dei residenti e a garantire la fruizione, da parte di tutti e tutte, dello spazio pubblico in alcune aree interessate dalla movida", si legge dal sito del Comune di Milano. Per questo si è deciso di proporre di "limitare gli orari delle attività all'esterno dei pubblici esercizi nei quartieri residenziali".

Il primo a comunicarlo è stato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Comune, con un post su Facebook: "Crediamo in una città viva, dove le persone giovani e meno giovani abbiano spazi per stare insieme, dove vi siano imprenditori capaci di offrire qualità e lavoro, dove si sia più sicuri, ma nello stesso tempo evitare alcune situazioni che dove si è vicino alle case, in alcune ore vi sia un limite e un'attenzione a chi abita la città".

Le critiche mosse da Fipe e Confcommercio

Le critiche sono arrivate subito da parte di commercianti, venditori ambulanti e da parte di tutti i soggetti che potrebbero essere svantaggiati da questa ordinanza. Ad alzare la voce per primo è stato Lino Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe): "Questo intervento provoca solo danni ad aziende che creano ricchezza e fatturato. I titolari di pubblici esercizi sono arrabbiati".

Secondo lui, ogni provvedimento di chiusura è inutile se prima non vengono soddisfatti tre prerequisiti: "Contrastare l’abusivismo tipico nelle zone della vita notturna, rafforzare i controlli e la ripresa del territorio da parte del Comune che prima aveva dato il via libera alle aperture indiscriminate e adesso fa scattare i divieti".

Anche Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, non sembra felice del provvedimento: "Impossibile vendere dopo mezzanotte un cono gelato o una bottiglia d'acqua. L'amministrazione comunale si sta rendendo conto di cosa sta facendo?".

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