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Stilista trovata impiccata, bocciata nuova perizia sulle cause della morte

Nella prima udienza preliminare che si è svolta oggi sul caso della stilista trovata impiccata in un parco a Milano nel 2016, il giudice ha rigettato la richiesta di una nuova perizia sulle cause della morte. Nella stessa giornata, i difensori dell’ex fidanzato – accusato di omicidio – hanno chiesto il processo con rito abbreviato.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stata rigettata la richiesta della Procura di Milano di una nuova perizia sulle cause della morte della stilista Carlotta Benusiglio, la donna di 37 anni trovata impiccata con una sciarpa a un albero il 31 maggio 2016. A decidere sull'inammissibilità è stata la giudice delle udienze preliminari Raffaella Mascarini durante l'udienza – rinviata al 20 settembre – che si è svolta oggi. Nella stessa giornata l'ex fidanzato della donna, Marco Venturi, imputato per omicidio, ha chiesto il processo con rito abbreviato.

L'accusa di omicidio nei confronti dell'ex fidanzato

Sulle cause della morte della stilista aleggiano ancora molti dubbi. Una perizia ha accertato che Carlotta si sia suicidata. E proprio su questo esame – che ha poi portato la Corte di Cassazione a rigettare la richiesta di carcere – avevano fatto leva i legali di Venturi alla notizia della richiesta della Procura. L'insistenza dei magistrati è dovuta all'idea che non si sia trattato di un gesto estremo, ma di un atto da parte dell'ex fidanzato. L'uomo quel giorno – come dimostrato da alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza – si trovava infatti con la 37enne.

Gli atti persecutori

Le accuse della Procura sono sostenute dagli atti persecutori perpetrati da Venturi. Dal 2014 in poi l'uomo avrebbe molestato e perseguitato la ex con telefonate e messaggi anche in orari notturni oltre a presentarsi sotto la sua abitazione. Nel 2015 le aveva inoltre provocato un trauma cranico. E per questo motivo per la procura, l'uomo è responsabile dell'omicidio della donna che sarebbe stata uccisa o con una sciarpa o strangolata. A Carlotta sarebbe bastata una lieve stretta considerato che soffriva della sindrome di Eagle, rara patologia che interessa la base del cranio e il collo.

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