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Spara alla moglie e si suicida, Maurizio Beghé doveva essere arrestato poche ore dopo per maltrattamenti

Lo scorso 5 maggio, il 61enne Maurizio Beghé ha sparato alla moglie e si è tolto la vita. Due ore più tardi, è arrivata la notifica di arresto. Era stato già denunciato dalla donna per maltrattamenti e il giudice aveva approvato la misura cautelare del carcere.
A cura di Enrico Spaccini
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Maurizio Beghé (foto da Facebook)
Maurizio Beghé (foto da Facebook)

Ha prima sparato verso la moglie, poi, dopo essersi barricato in casa con le sue due figlie di 6 e 8 anni, si è chiuso in camera e si è tolto la vita con colpo alla testa. Probabilmente non sapeva che poche ore più tardi, lo stesso venerdì 5 maggio, i carabinieri di Cantù sarebbero arrivati per portarlo in carcere. Il Tribunale di Como, infatti, aveva già inviato l'ordinanza di custodia come aggravamento della pena. Il 61enne Maurizio Beghé era stato allontanato da casa perché indagato per lesioni e maltrattamenti in famiglia.

La denuncia della moglie

L'allontanamento gli era stato imposto in seguito a una prima denuncia da parte della moglie, la 32enne originaria come lui di Carrara. Il 14 aprile la donna si er presentata dai carabinieri raccontando di tre episodi in particolare.

Il magistrato che coordinava le indagini aveva già chiesto per Beghé la misura cautelare del carcere. Poi, il 30 aprile, il 61enne aveva seguito la moglie al supermercato, malmenata e derubata delle chiavi dell'auto e del cellulare. Perciò il giudice venerdì scorso aveva deciso di accogliere la richiesta del carcere.

I messaggi su Facebook

Beghé era solito sfogarsi su Facebook. Parlava del fatto che la moglie lo avesse tradito e che non gli permetteva di vedere le due figlie piccole. Una situazione che lo scorso 5 maggio era arrivata per lui allo stremo. Con un post si è rivolto ad "amici e non conoscenti" dicendo: "Non mi vedrete più, né su Facebook né da altre parti, spero che alcuni ogni tanto mi ricorderanno".

Non sono mancati i messaggi di chi gli era più vicino, che lo invitavano a farsi coraggio e ad andare avanti nonostante tutto. "Si vince, ma c'è il momento che si perde anche", rispondeva Beghé, "non è facile la mia vita senza le mie bimbe, è finita".

Il tentato omicidio della moglie e il suicidio

Nessuno poteva immaginarsi che da lì a poco sarebbe andato all'abitazione di Inverigo, in provincia di Como, dove ha vissuto per anni e dove non poteva tornare. Non è ancora chiaro come abbia fatto, ma in qualche modo si è procurato le chiavi che gli hanno consentito di entrare nell'appartamento.

Ha preso la Beretta calibro 6.35, che non si è capito ancora come l'abbia avuta, e l'ha puntata al volto della moglie. Il colpo che è partito le ha sfiorato lo zigomo sinistro, così la 32enne è riuscita a fuggire. A quel punto, Beghé si è barricato in casa con le bambine di 6 e 8 anni. Le due lo hanno visto andare in camera da letto e chiudere la porta. Poi solo il rumore dello sparo con cui si è tolto la vita.

Poco dopo sono arrivati i carabinieri, chiamati dalla donna, che sono riusciti a entrare grazie alla bambina più grande che ha gettato le chiavi dalla finestra. Non ci sono stati ritardi sull'ordinanza cautelare. Infatti, due ore più tardi il tentato omicidio e suicidio, è arrivata la notifica di arresto per Beghé.

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