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“Solo a Milano ci hanno impedito di occupare la stazione”: parla un manifestante del Lambretta

Gli scontri in Stazione Centrale di lunedì 22 settembre tra la polizia e i manifestanti per Gaza hanno oscurato le proteste pacifiche che hanno coinvolto 500mila persone in tutta Italia. Matteo Todeschini, membro del centro sociale Lambretta, ha raccontato a Fanpage.it la sua versione dei fatti.
A cura di Matteo Lefons
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Foto da LaPresse
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In piazza per Gaza c'erano tutti. Anziani, giovani, bambini, 500mila persone in circa 80 piazze. Automobilisti in coda che supportavano sorridendo i manifestanti invece di irritarsi per il ritardo dei loro viaggi. E poi ci sono stati gli scontri con la polizia in Stazione Centrale a Milano. Scontri che hanno permesso ad alcuni schieramenti politici e ad alcuni media di distogliere l'attenzione dalla più grande mobilitazione civile degli ultimi decenni. Viene da chiedersi perché solo a Milano le proteste pacifiche si siano trasformate in violenza dei manifestanti sulle forze dell'ordine e delle forze dell'ordine sui manifestanti.

"Io ero convinto che una volta arrivati alla Stazione Centrale – racconta a Fanpage.it Matteo Todeschini, membro del centro sociale Lambretta – non ci sarebbe stata la polizia schierata. Lo scopo dei cortei era bloccare i flussi, in tutto il resto d'Italia sono stati occupati porti, stazioni, autostrade senza che nessuno si sia fatto male. A Milano no, il cordone della polizia ci ha impedito di entrare in stazione". La Stazione Centrale era designata come destinazione finale del corteo e quindi in migliaia si sono riversati in Piazza Duca D'Aosta, i pochi manifestanti che hanno distrutto un paio di vetrine della stessa stazione e lanciato oggetti contro le forze dell'ordine, ma anche tutti gli altri partecipanti alla protesta.

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Secondo quanto emerso durante la ricostruzione di Fanpage.it, le forze dell'ordine non avevano un piano ben preciso per contrastare le proteste, ma hanno reputato intollerabile l'atteggiamento "violento" da parte di una minoranza sparuta dei manifestanti (non si parla degli organizzatori) e quindi hanno deciso di impedire l'accesso in stazione rispondendo con cariche e manganellate. "Evidentemente nelle altre città sono stati più educati", questa la sintesi che ci è stata fornita.

Ci sono stati cinque arresti di cui due minorenni, che sono stati portati al carcere minorile Cesare Beccaria e dopo l'udienza di oggi, giovedì 25 settembre, trasferiti agli arresti domiciliari senza la possibilità di tornare a frequentare il liceo. Martedì, 23 settembre, al presidio davanti alla prigione si sono presentate circa 400 persone e molti erano compagni di scuola dei due giovani manifestanti. "La presenza dei ragazzi del Beccaria era numerosissima, sono stati loro l'anima del corteo", racconta l'esponente del Lambretta.

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"Noi come centro sociale – prosegue Todeschini – ci occupiamo concretamente di aiutare la popolazione di Gaza con l'associazione Gaza Freestyle, tutte le settimane assistiamo centinaia di senzatetto, e altrettante famiglie vengono da noi a ritirare pacchi alimentari. Però siamo additati come problema di ordine pubblico per i fatti di lunedì invece di essere considerati una risorsa per la città. Rifiutiamo totalmente questa narrazione".

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