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Si proponeva come babysitter e poi abusava delle bambine: “Voglio la castrazione chimica”

Si presentava alle famiglie come babysitter o come insegnante a domicilio. È stato condannato a 16 anni di carcere (con rito abbreviato, quindi con sconto di un terzo della pena) un 30enne di Milano arrestato per violenze sessuali ai danni di sei bambine, tutte di età inferiore ai 10 anni.
A cura di Francesca Del Boca
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Si proponeva alle famiglie come babysitter, o come insegnante di sostegno. Come un bravo ragazzo in cerca di un lavoretto. Ma era solo un modo per avvicinarsi alle sue vittime e per poter abusare di loro, protetto da occhi indiscreti e da eventuali sospetti.

È stato condannato a 16 anni di carcere (con rito abbreviato, quindi con sconto di un terzo della pena) un 30enne arrestato un anno fa e a processo per violenze sessuali ai danni di sei bambine, tutte di età inferiore ai 10 anni, avvenute tra il 2018 e i primi mesi dello scorso anno.

La sentenza è stata emessa dal gup di Milano Daniela Cardamone a seguito delle indagini del pm Francesca Gentilini, condotte dalla Squadra mobile milanese La Procura aveva inizialmente chiesto una condanna a 13 anni: il giudice, senza concedere alcuna diminuzione prevista dalle norme, ha però portato la pena fino a 16 anni.

Gli episodi di violenza mentre lavorava come babysitter

Non la prima imputazione per violenze su minori a carico del 30enne, i cui primi precedenti specifici risalgono al 2014, quando aveva adescato e filmato una bambina di sette anni nel parco di largo Marinai d’Italia, e all'episodio di quattro anni dopo, nel 2018, quando venne sorpreso dagli agenti del commissariato Villa San Giovanni al parco Trotter di via Padova in compagnia di due minorenni.

Stando alle indagini, nel 2018 avrebbe infatti anche abusato di due sorelline, mentre lavorava per i loro genitori come babysitter. 

Negli episodi più recenti, quelli tra l'ottobre 2021 e il marzo 2022, si sarebbe invece proposto come insegnante di recupero a domicilio: così avrebbe abusato di altre bimbe, tutte sotto i 10 anni di età.

E ancora migliaia di fotografie, video, file audio nascosti nei meandri di telefono e computer: un ammontare complessivo di circa 10,3 gigabyte di materiale pedopornografico sequestrato dalle forze dell'ordine.

"Voglio la castrazione chimica"

A nulla insomma era valso il percorso riabilitativo per "sex offender" condotto a Bollate dal professor Paolo Giulini, criminologo e professore all'Università Cattolica, al quale si era volontariamente sottoposto. Nell'interrogatorio dopo l'ultimo arresto, a fine marzo del 2022, il giovane aveva detto al giudice di essere malato, implorando la "castrazione chimica”.

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