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Sequestrata e massacrata dall’ex, Beatrice è salva e si sposa: “Ora so cosa vuol dire essere amata”

Beatrice Fraschini nel 2019 è stata sequestrata e massacrata dall’ex fidanzato. È riuscita a scappare saltando dal balcone e oggi, salva, si sposa.
A cura di Chiara Daffini
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Beatrice e Yari con la loro cagnolina Pepsi
Beatrice e Yari con la loro cagnolina Pepsi

Nonostante il caldo implacabile, c’è un’aria leggera nell’appartamento di Baggio (Milano) dove la 29enne Beatrice Fraschini vive con il fidanzato e futuro sposo Yari. Un clima molto diverso da quello che solo tre anni fa ha portato questa donna a rischiare la morte. “Sembrava di camminare sempre sui cristalli – ricorda la giovane -: tutto poteva fare arrabbiare il mio compagno di allora e scatenare l’inferno”. Come è purtroppo avvenuto. Nel giugno del 2019 Beatrice è stata segregata in casa per quattro giorni e massacrata dall’ex fidanzato. È riuscita a salvarsi per miracolo e per coraggio, saltando dal balcone della casa in cui i due vivevano. Da allora ha capito di essere vittima di violenza e di avere un problema di dipendenza affettiva.

“Mi maltrattava, ma ero io a chiedergli scusa”

Giacomo, l’ex fidanzato, oggi è in carcere e nel frattempo Bea è riuscita a ricostruirsi una vita, anche lavorando su sé stessa: “Mi sono messa in discussione, ho affrontato un percorso di psicoterapia per capire che cosa mi avesse portata a sopportare violenze e umiliazioni quotidiane e che cosa mi tenesse legata al mio aguzzino”. Che cosa? “I segnali li vedi – spiega Beatrice -, ma non vuoi considerarli, cerchi di fare di tutto per convincerti che quella relazione va bene, perché ne sei dipendente e non riesci a rinunciarci. Anche quando venivo maltrattata finivo per chiedergli scusa”. Pensando: “Forse potevo fare diversamente, di sicuro ho sbagliato io: se mi impegnerò per cambiare andrà tutto bene”. Addossarsi la colpa diventa un pensiero consolatorio: “perché se hai la colpa hai anche il potere per cambiare le cose e ‘non perderlo’”.

Dopo essersi salvata, Beatrice ha dovuto curare per anni le ferite fisiche e mentali
Dopo essersi salvata, Beatrice ha dovuto curare per anni le ferite fisiche e mentali

Con Yari è diverso

Con questa consapevolezza Beatrice ha impostato in maniera totalmente diversa la relazione con Yari, conosciuto un anno e mezzo fa facendo volontariato per la Croce Verde. “In quel momento non pensavo minimamente a una nuova relazione, mi stavo concentrando su me stessa, sul ritrovare le mie passioni e ricostruire le mie amicizie. Un giorno è arrivato Yari ed essendo io all’accettazione sono stata la prima persona che ha incontrato. Per me non è stato un colpo di fulmine, per lui sì, ma conoscendolo ho capito che era la persona giusta”.

I neo sposi si sono conosciuti in Croce Verde
I neo sposi si sono conosciuti in Croce Verde

“L’ho scoperto per caso”

“Mi ha colpito subito la sua forza e al tempo stesso la sua dolcezza – racconta Yari -. Per caso ho scoperto quello che le era accaduto: stavo cercando su Google informazioni sulla Croce Verde e mi sono imbattuto negli articoli e nelle foto che raccontavano la sua esperienza drammatica. Sono rimasto sconvolto, l’avevo conosciuta appena una settimana prima e mai avrei immaginato. Forse è anche questo aspetto, vista la mia sensibilità, ad avermi avvicinato a lei”.

“Vuoi sposarmi?”

Proprio in questi giorni Beatrice e Yari si sposano. “La proposta gliel’ho fatta a Bologna – ricorda Yari -. È la sua città preferita ed eravamo andati lì per un weekend lungo. Siamo usciti a cena e, al rientro in hotel, le ho chiesto di sposarmi. Si è messa a ridere e ha accettato: era proprio contenta e anch’io”.

Beatrice e Yari a Bologna
Beatrice e Yari a Bologna

Non è sempre facile

“Ho fatto fatica a fidarmi – spiega Beatrice -, non tanto di lui, quanto di me stessa, perché pensavo: se per quattro anni sono stata con una persona facendo un errore di valutazione così grande, chi mi dice che non capiti ancora?”. Per questo si è affidata alle persone che le vogliono bene: “Ho fatto esattamente l’opposto rispetto al passato – dice Bea -. Se allora cercavo di nascondere tutto, perché non volevo che qualcuno mi consigliasse di lasciare Giacomo, adesso mi confido e parlo anche dei problemi, in modo che gli altri possano intercettare eventuali campanelli d’allarme”. Ma il rapporto con Yari è molto diverso rispetto a quello vissuto in precedenza: “Le cose più importanti sono il dialogo e il rispetto: con il mio ex esisteva solo il suo punto di vista, ora, anche quando abbiamo pareri divergenti, parliamo e ci confrontiamo, la mia opinione vale quanto la sua”. “Sono consapevole che Beatrice dovrà convivere per sempre con il suo passato doloroso – aggiunge Yari -, ma a me non pesa, anzi, mi viene spontaneo aiutarla e sostenerla”. “Ora – continua Beatrice – non ho più paura del mio ex, che per fortuna non ha più cercato di contattarmi, ma temo che, una volta uscito di prigione, possa rifarlo con un’altra”.

Beatrice e Yari a una settimana dal matrimonio
Beatrice e Yari a una settimana dal matrimonio

“Non essere sola”

“Un’altra differenza fondamentale – precisa la ragazza – è che non sono sola. Uno dei primi campanelli d’allarme in una relazione tossica è l’isolamento: all’inizio solo gli amici maschi, poi anche le amiche di sempre non vanno più bene, così come nonni, zii, sorelle, fratelli, genitori: ti allontana da chiunque possa farti vedere un punto di vista diverso dal suo e lo fa facendo sentire sbagliati te e gli altri. Con Yari è diverso: abbiamo tanti amici, che frequentiamo insieme o singolarmente, nessuno deve rinunciare a nessuno”.

“Alle donne dico: ascoltate gli altri e parlate con loro”

Abbiamo chiesto a Bea che consiglio darebbe alle tante donne che si trovano intrappolate in relazioni malsane o addirittura violente senza riuscire a liberarsi. E lei ha risposto: “Non chiudetevi agli altri, anche se fa male perché crollano tutte le certezze. Ascoltate chi vi vuole bene e riesce a vedere la situazione in maniera più obiettiva, smettete di pensare che il mondo si riduca alla dimensione di coppia”.

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