Scoperta una sartoria abusiva in un magazzino di Busto Arsizio, gli operai lavoravano con le finestre oscurate

La polizia locale di Busto Arsizio (in provincia di Varese) ha scoperto in un magazzino del quartiere di Sant'Anna una sartoria abusiva in cui lavoravano persone in condizioni igienico-sanitarie precarie. I primi movimenti sospetti sono stati notati lo scorso giugno e l'area è stata monitorata per diversi giorni. Le poche finestre della struttura erano state oscurate per evitare che dall'esterno si potesse vedere cosa in realtà avveniva in quel magazzino. L'attività è stata sospesa, i materiali sequestrati e i titolari deferiti all'autorità giudiziaria per numerose violazioni.
I movimenti sospetti nel magazzino
Una pattuglia della locale si è insospettita lo scorso giugno per alcuni movimenti all'interno di un magazzino del quartiere Sant'Anna di Busto Arsizio. Per questo motivo, gli agenti hanno deciso di monitorare la situazione per alcuni giorni. È stato così scoperto che all'interno della struttura venivano creati capi di abbigliamento a basso costo e in modo abusivo.
Le persone impiegate nell'attività irregolare erano tutte di nazionalità cinese. Grazie anche alla collaborazione dei nuclei specializzati di Ats Insubria e del Nil del carabinieri di Varese, è stato possibile accertare le condizioni igienico-sanitarie precarie e che parte dello stabile era stato trasformato in un dormitorio di fortuna e in una cucina.
Sospesa l'attività
I lavoratori erano costretti a stare senza luce solare. Le poche finestre presenti sulla struttura erano state oscurate per nascondere le attività. Tre operai, tra l'altro, sono risultati essere clandestini.
Per l'attività è scattata la sospensione immediata e i materiali sono stati sequestrati. I titolari dell'attività sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. Le violazioni emerse e contestate sono in materia di igiene, tutela e sicurezza dei lavoratori, immigrazione e abusivismo edilizio.