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Scontri corteo per Gaza a Milano, la mamma della liceale arrestata: “Uno scricciolo, non farebbe male a nessuno”

La convalida degli arresti per i due studenti del liceo classico Carducci, ora ai domiciliari, è stata disposta dal giudice del Tribunale per i Minorenni. La mamma: “Quel giorno mia figlia è scesa in piazza non per distruggere vetrine ma per denunciare un genocidio. Ho paura che salti mesi di scuola”.
A cura di Francesca Del Boca
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Il presidio a sostegno della Global Sumud Flotilla in piazza della Scala a Milano (foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it)
Il presidio a sostegno della Global Sumud Flotilla in piazza della Scala a Milano (foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it)

"Mia figlia ha solo 17 anni, è uno scricciolo che non farebbe male a nessuno. È una ragazza pacifista che ama l'arte, studia per disegnare fumetti. Quella mattina è scesa in strada non per distruggere vetrine, ma per denunciare un genocidio". Sono state le parole della madre di una dei due minorenni arrestati dalla polizia a seguito degli scontri avvenuti lunedì 22 settembre in stazione Centrale a Milano, dove sfilava il corteo nazionale per Gaza, intervenuta ieri al centro sociale Lambretta insieme alla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, al’europarlamentare Benedetta Scuderi da una delle barche della Global Sumud Flotilla e al fumettista Zerocalcare. "Io sono fiera di avere una figlia con una coscienza sociale e politica. Ora ho paura che le facciano saltare mesi di scuola, che si demotivi. Sta accadendo un massacro in diretta e i nostri figli dovrebbero tacere le loro coscienze?"

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I due giovani, studenti del liceo classico Carducci e frequentatori del collettivo di via Rizzoli, dopo giorni trascorsi all'interno del carcere minorile Beccaria di Milano si trovano infatti ora ai domiciliari con l'accusa di resistenza aggravata. Una misura disposta dal Tribunale dei Minori che al momento, in attesa di separata ordinanza dell'autorità giudiziaria, vieta loro di frequentare le lezioni scolastiche. "Nessuno è venuto con l’intenzione di uno scontro. Eravamo lì per bloccare pacificamente la stazione, a volto scoperto, perché questo è quello che siamo", hanno fatto sapere gli attivisti del Lambretta. "Quando il corteo si è avvicinato ha trovato i cancelli chiusi e le forze dell’ordine in assetto antisommossa, che non hanno voluto sentir ragioni. Le manganellate sono arrivate subito, così come gli arresti dei minori e di altre persone poco più che ventenni con modalità che non avevano certamente l'obiettivo di creare una situazione sicura e di tutela per i manifestanti".

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Intanto il bilancio delle prime decisioni giudiziarie dopo i disordini in Centrale vede quattro arresti convalidati su cinque: un 36enne è stato rimesso in libertà senza misure cautelari perchè secondo il giudice risulta ben integrato nella società, “ha un lavoro stabile in campo informatico e una casa di proprietà per la quale sta pagando un mutuo, e non vi è alcun elemento che possa fondare il sospetto che sia collegato alle galassie di estrema sinistra o anarchiche ovvero ancora a gruppi violenti”. Due giovani universitarie militanti del centro sociale Lambretta, una studentessa della Bicocca e l’altra all’Accademia di Brera, sono state invece scarcerate con l’obbligo di firma. Diversa la sorte per i due liceali minorenni che, appunto, resteranno ai domiciliari almeno fino alla prossima valutazione del tribunale.

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