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Sciopero Pro Gaza, a Brescia si indaga sul blocco della stazione di ieri sera: cosa sta succedendo

Il blocco della stazione di Brescia avvenuto ieri, giovedì 1 ottobre, è al vaglio degli inquirenti. Si indaga su un centinaio di manifestanti che hanno interrotto il pubblico servizio dei treni e forse, provocato qualche danno alla struttura.
A cura di Matteo Lefons
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Le immagini della stazione di ieri a Brescia (fonte: associazione diritti per tutti, Instagram)
Le immagini della stazione di ieri a Brescia (fonte: associazione diritti per tutti, Instagram)

Un centinaio di manifestanti per la Palestina sono al vaglio degli inquirenti dopo aver occupato la stazione di Brescia durante le proteste di ieri sera, giovedì 2 ottobre. L'iniziativa ha avuto pesanti ripercussioni sui treni, in linea con quanto annunciato prima che la Global Sumud Flotilla venisse bloccata dalle forze israeliane. «L’ultimo messaggio che ci è arrivato da chi era sulle barche è stato: se ci fermano, bloccate tutto – ha affermato Umberto Gobbi, uno dei leader del coordinamento Palestina di Brescia, mentre faceva partire il corteo –. Queste le indicazioni e questo è quello che dobbiamo fare in modo pacifico». Le indagini però proseguono: si stanno controllando tutte le riprese delle telecamere della stazione e si stanno valutando i danni, tra cui pare ci sia un cancello sfondato. Non è la prima volta: dopo gli scontri del 22 settembre sono state numerose le perquisizioni nelle case dei manifestanti.

Dopo mezz'ora di occupazione, i manifestanti hanno lasciato in tranquillità la stazione. La polizia non sarebbe intervenuta perché tra le tremila persone scese in piazza c'erano anche tanti bambini, che hanno seguito il corteo fino al blocco dei binari. Bambini che si sono resi protagonisti di un'iniziativa molto apprezzata dal pubblico: una grande barca a vela di cartone realizzata dagli alunni della scuola primaria Calini che ha animato il corteo. Se gli scontri sono stati evitati, le indagini per punire i responsabili di questa interruzione di servizio pubblico continuano. E qualcuno presumibilmente si ritroverà con delle pene da pagare o con qualche Daspo, come la ragazza ventunenne che a Milano non può più mettere piede nel quadrilatero intorno alla Stazione Centrale.

Non si sa bene perché a Brescia le forze dell'ordine siano così intransigenti nei confronti dei manifestanti. Durante le proteste dello scorso 22 settembre la città è stata una delle poche in cui si sono verificati scontri con la polizia. In quella circostanza, una decina di persone sono state indagate e molte sono state le perquisizioni all'alba, anche nei confronti di studenti. Oggi, dopo le proteste di giovedì 2 ottobre, ancora una volta si è scelto il pugno duro contro chi vorrebbe far cessare la complicità del governo italiano con il genocidio di Gaza. In tantissime altre città le stazioni sono state occupate allo stesso modo e di tanto in tanto scontri e repressione capitano un po' ovunque. A Brescia sempre. I motivi sono sconosciuti, ma questo spropositato uso della forza rispetto alle intenzioni dei manifestanti non servirà a placare la rabbia per le ingiustizie e le barbarie sui palestinesi, che da due anni affollano i nostri social. A Brescia come in qualsiasi altro luogo.

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