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Sala affida il verde pubblico di Milano ai privati e la maggioranza si spacca: “Scelta non dibattuta”

Una ventina di grandi aree verdi cittadine, ridisegnate dai futuri cantieri degli ex scali ferroviari di Milano, potrebbero venire presto gestite da enti privati. Ma non tutti sono d’accordo.
A cura di Francesca Del Boca
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"Curare il verde costa", sostiene Beppe Sala. E dunque, nei piani del Comune di Milano, è in arrivo una decisione: una ventina di nuove aree verdi cittadine (come gli spazi adiacenti agli ex scali ferroviari tra Farini, Porta Romana, San Cristoforo, Lambrate, Greco, Rogoredo e Porta Genova) gestite da privati, perlopiù dai costruttori degli edifici sorti intorno ai quartieri.

Un esempio su tutti. Per dieci anni il grande parco urbano di Citylife, 178mila metri quadrati, sarà dato in mano alla società SmartCityLife srl, fondata da Generali e Allianz, su modello di ciò che già accade per la Biblioteca degli Alberi in zona Garibaldi (dove la gestione è stata affidata con un contratto di sponsorizzazione a Coima e a Fondazione Riccardo Catella, che organizza anche un programma di eventi): la sua manutenzione, secondo i dati del Comune, sarebbe costata 19 milioni, ovvero circa un milione e 900mila euro l’anno.

Le critiche all'interno della maggioranza

E così via presto ad altre sperimentazioni del genere. Una strada su cui il primo cittadino procede spedito, ma che fa storcere il naso a più di una persona. Anche all'interno della sua stessa maggioranza. "Concedere, come ipotizzato, addirittura 20 parchi cittadini alla gestione del privato lascia assolutamente perplessi", le parole di Alessandro Giungi, consigliere dem a Palazzo Marino.

"Questa scelta non è stata dibattuta né in commissione né in Consiglio comunale. E così non è dato sapere quale sarà il ruolo di controllo del Comune su tali aree. Fin dove il privato potrà sfruttarle commercialmente, quale sarà il grado di usufruibilità dei cittadini, se saranno a pagamento". E ancora. "È una questione di visione. Per quanto riguarda la gestione della cosa pubblica, comunque, resta sempre preferibile la mano del pubblico. Anche se costa: il verde, l'ambiente sono beni primari esattamente come l'istruzione o la salute, soprattutto in una città inquinata come Milano. Ma staremo a vedere cosa succederà".

La difesa di Sala: "Solo buon senso"

"È solo buon senso, non privatizzazione", si difende intanto il sindaco di Milano davanti alle critiche. "Quando ci sono privati che si fanno carico della loro parte di responsabilità, perché no? Siamo sempre a magnificare la forza di Milano come esempio di collaborazione tra pubblico e privato, però non siamo contenti se un privato si fa avanti per gestire un’area che non è un parco classico, sia chiaro", il commento di Sala.

Che difende la scelta di affidare a soggetti autonomi manutenzione e cura della vegetazione, degli impianti irrigui, delle fontane, degli arredi, dei giochi e delle recinzioni, così come della pulizia e dello smaltimento dei rifiuti. Ma non solo.

La privatizzazione del verde cittadino

"I privati, quando gestiscono qualcosa, vogliono guadagnarci. È normale", interviene anche Carlo Monguzzi, gruppo consiliare Europa Verde Beppe Sala Sindaco. "A City Life, in cambio della gestione, le Assicurazioni chiedono di costruire anche campi da tennis e da padel a pagamento, e quant'altro".

Con tanto di stoccata. "È invece giusto che cosa debba accadere nei parchi di Milano venga deciso dal Comune, nell'interesse dei cittadini. Il pubblico cede al privato quando non fa le cose o non è in grado di farle. Credo che questa sia una brutta deriva". Per concludere: "Poi benvenuti i privati che, come accade in tanti pezzetti di verde in città, curano la manutenzione del verde in cambio di immagine e pubblicità".

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