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Rubavano gioielli d’oro alle salme dell’obitorio: indagati sei dipendenti comunali a Milano

I sei dipendenti comunali sono indagati per furto e ricettazione. Avrebbero sottratto collane, orecchini e anelli in oro alle salme dell’obitorio in piazzale Gorini, rovistando anche nelle case dei defunti durante le operazioni di recupero dei corpi.
A cura di Francesca Del Boca
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Rubavano anelli, collane, orecchini e persino una dentiera d'oro alle salme dell'obitorio in piazzale Gorini. Per questo sei dipendenti dell’Area servizi funebri e cimiteriali del Comune di Milano (di cui due ex e quattro ancora in servizio) sono stati recentemente messi sotto indagine dagli agenti della polizia locale per furto e ricettazione, a seguito delle numerose segnalazioni inviate a Palazzo Marino dagli stessi parenti dei defunti.

I furti durante le operazioni di recupero dei corpi in casa

I fatti sarebbero avvenuti tra il 2024 e il 2025. In un primo momento le indagini dei poliziotti si sarebbero concentrate su un ex dipendente comunale, che tra il 2023 e il 2024 aveva sottratto gioielli in oro e preziosi di ogni genere ai cadaveri dell'obitorio di piazzale Gorini, anche rovistando tra le loro abitazioni durante le operazioni di recupero dei corpi. Qui l'addetto di Palazzo Marino, approfittando dell'assenza di parenti stretti che potessero vigilare o denunciare la scomparsa dei gioielli, avrebbe così agito indisturbato per poi rivendere la merce in alcuni compro-oro tra Lodi e Milano.

Gli scontrini del compro-oro

A incastrarlo, insieme agli altri dipendenti coinvolti, sarebbero stati proprio gli scontrini dei negozi, rinvenute nelle varie perquisizioni dagli agenti della Squadra interventi speciali del Nucleo Radiomobile: ricevute che potrebbero rappresentare la prova della ricettazione della merce sottratta ai corpi senza vita dell'obitorio, tra cui una protesi dentaria in oro prelevata a una donna vittima di incidente.

Ma non solo. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero infatti anche alcune intercettazioni telefoniche e ambientali (Mi raccomando, non diciamo niente) tra gli indagati, mentre verranno passati al setaccio anche i computer e gli smartphone utilizzati dai sei dipendenti. Il sospetto dei poliziotti è quello che la rete di furti e compravendite di monili rubati all'interno dell'obitorio in Città Studi, in realtà, sia molto più ampia e articolata.

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