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Rozzano, minacciò di buttare dalla finestra i figli: condannato a 6 anni perché “non si è pentito”

“L’imputato, il quale non ha mai ammesso le proprie responsabilità, cercando anzi di minimizzare il disvalore delle condotte tenute”. Questo quanto scritto dal gup di Milano Anna Magelli nelle motivazioni della sentenza di condanna a sei anni ad Alessandro A., l’uomo di 43 anni che lo scorso 10 giugno ha minacciato di buttare dalla finestra del settimo piano i suoi tre figli.
A cura di Filippo M. Capra
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Lo scorso 10 giugno ha minacciato di buttare dalla finestra del settimo piano della sua abitazione di Rozzano (Milano) i suoi tre figli, rispettivamente di cinque, sei e otto anni. Il giudice per l'udienza preliminare di Milano Anna Magelli l'ha condannato in rito abbreviato a sei anni di detenzione in carcere in quanto, come si legge dalle motivazioni della sentenza, il reato ha certificato "il comportamento processuale tenuto dall'imputato, il quale non ha mai ammesso le proprie responsabilità, cercando anzi di minimizzare il disvalore delle condotte tenute". Il gup di Milano ha poi parlato di "eccezionale gravità del fatto di reato".

Il gup: Ha esercitato pressione psicologica sui bimbi

Alessandro A., il padre dei tre bambini, ha 43 anni ed è un ex postino. Per lui il pubblico ministero Ilaria Perinu aveva chiesto una condanna a quattro anni di carcere a seguito delle indagini che lo vedevano accusato di sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. Il 43enne resta poi indagato per aver somministrato psicofarmaci e droga ai figli. In merito a ciò, nelle motivazioni della condanna a sei anni di carcere, il gup Magelli scrive che "dopo avere esercitato un'evidente pressione psicologica sui tre bambini affinché assecondassero le sue azioni, lo stesso ha lasciato che i minori assumessero farmaci e stupefacenti, atti a impedire qualunque forma di libertà o di ribellione degli stessi".

L'uomo: Era un gesto dimostrativo

A seguito del suo arresto, l'uomo aveva rilasciato dichiarazioni spontanee, affermando di aver voluto compiere "un gesto dimostrativo" a causa della sua "esasperazione". Tale condizione sarebbe stata causata da un provvedimento emesso dal tribunale di Pavia che affidava i suoi tre figli, con cui viveva da solo, ad una Comunità. Fortunatamente, quella sera le forze dell'ordine sono riuscite a convincerlo a desistere dal suo intento dopo tre ore di trattativa. Sul luogo era arrivato anche il sindaco di Rozzano.

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