Rivolta nel carcere di Pavia durante il Covid: il pm chiede la condanna per 55 persone

Il pubblico ministero del tribunale di Pavia ha chiesto la condanna di 55 persone nel processo per la rivolta scoppiata nel carcere di Torre del Gallo a Pavia la sera dell'8 marzo 2020, durante i primi giorni della pandemia. Le richieste di assoluzione, invece, sono state 13. Per tutti gli imputati i reati contestati sono di devastazione e saccheggio. Il dibattimento di oggi, giovedì 18 settembre, si è svolto a porte chiuse nella Sala dell'Annunciata e non in tribunale per ragioni di sicurezza. La sentenza è attesa per il prossimo 18 dicembre.
Le richieste di condanna oscillano tra un minimo di 5 anni e 4 mesi a 8 anni (nel caso di recidiva degli imputati) fino a un massimo di 10 anni e 8 mesi (a chi è accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale). Durante l'udienza di oggi hanno iniziato a parlare gli avvocati difensori di 14 detenuti. I legali della difesa interverranno anche nelle udienze del 6 e 27 novembre. Per altri indagati il verdetto era già arrivato nel corso dell'udienza preliminare.
La protesta dei detenuti del carcere di Pavia, che scoppiò in contemporanea con quelle di altre carceri italiane, avvenne la sera dell'8 marzo 2020. I detenuti protestavano contro il blocco dei colloqui, dovuto all'emergenza sanitaria, e per le condizioni di sovraffollamento nelle celle che avrebbero aumentato i rischi di contagio. I danni ammontarono a 492mila euro: durante le proteste, infatti, furono danneggiate docce, quadri elettrici, telecamere e pareti, e fu appiccato il fuoco in diverse parti del carcere. Solo a tarda notte, dopo una lunga mediazione, i detenuti tornarono nelle celle.