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Riqualificato l’ex polo Magneti Marelli a Milano, ora ospita gli anziani: “L’obiettivo è farli sentire meno soli”

Adriano Community Center è un hub polifunzionale di servizi alla persona che ha l’obiettivo di assistere l’anziano facendogli vivere un’anzianità attiva. Tra le attività proposte, ci sono quelle previste dalla terapia occupazionale. Tra chi ne ha beneficiato, c’è il signor Franco: “Abbiamo deciso di concentrarci sulla costruzione di una scatola di meccano. Si è impegnato moltissimo. Era soddisfatto e felice”, ha raccontato a Fanpage.it la dottoressa Silvia Ferraretto.
A cura di Ilaria Quattrone
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Soprattutto in una grande città come Milano esiste un concreto rischio legato alla solitudine degli anziani. Non mancano, infatti, i casi di cronaca che vedono come involontari protagoniste persone che, data l'età, si trovano a essere sole e per questo anche più vulnerabili. Nel quartiere Adriano a Milano è stato creato un luogo che è diventato un punto di riferimento per i cittadini del territorio. Una struttura che ha permesso di riqualificare l'area e ha consentito a molte persone di non sentirsi più sole e dimenticate. Adriano Community Center è nato per volere del Comune sul sito dell'ex polo Magneti Marelli. Punto nevralgico per la storia industriale italiana, ha chiuso agli inizi degli anni Ottanta lasciando quell'area nel degrado.

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Tra gli obiettivi c'è quello di far vivere una terza età attiva non solo a chi è in buone condizioni psico-fisiche, ma anche a chi non lo è. Le attività sono destinate a tutti i target e permettono di fornire, attraverso personale formato e competente, cure e assistenza che nelle proprie abitazioni, pur assistiti dai caregiver, non potrebbero avere. Chi è in buoni condizioni di salute, ma preferirebbe avere qualcuno vicino in grado di aiutarlo nella quotidianità, può scegliere anche la soluzione degli appartamenti protetti.

"Gli appartamenti protetti, che in totale sono tredici ma presto arriveranno a 17, vogliono promuovere l'autonomia dell'ospite e hanno avuto una forte richiesta fin da subito", ha spiegato a Fanpage.it Andrea Casiraghi Direttore di Proges, che gestisce la struttura. "Attualmente sono quasi tutti occupati e si rivolgono a persone che sono autosufficienti totalmente o parzialmente e necessitano di un contesto sicuro e accogliente rispetto al classico condominio milanese".

"Sono collocati vicino alla Rsa e al punto AdrianoSiCura. In questo modo è possibile fornire sostegno nelle pratiche quotidiane o nel caso in cui dovessero stare male o avere problemi di salute. Non abbiamo l'obiettivo di sostituirsi al medico di famiglia. L'anziano che vive negli appartamenti protetti infatti lo mantiene. Può rivolgersi a noi in caso di emergenza, per un primo approccio clinico, per essere supportato nelle terapie qualora avesse dimenticato di acquistare un farmaco o per contattare il 118. Vogliamo che l'anziano sia tranquillo e questo concetto di protezione è dettato proprio dalla vicinanza a queste due strutture".

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Gli anziani che vivono in queste abitazioni sono coinvolti sia nelle attività della Rsa che in tutte quelle di Adriano Community Center: "Molti di loro arrivano anche da altre aree di Milano o da comuni vicini".

Proprio per favorire un'anzianità attiva, fondamentale è il lavoro della dottoressa Silvia Ferraretto, terapista occupazionale: "Prendo in carico ospiti con un quadro di decadimento cognitivo moderato-avanzato. Svolgo interventi sugli ospiti che non vogliono partecipare alle attività di gruppo. Prima di tutto accolgo la loro storia individuale: indago sulla loro vita o sulle occupazioni che hanno svolto in passato".

Qualora non fosse possibile fare un'intervista direttamente alla persona interessata, sarà richiesta al caregiver. Dopodiché la professionista elaborerà l'attività da proporre o accoglierà l'idea dell'ospite: "Questi progetti, che sono adattati alla persona, portano benefici sia in termini di manualità che psicologici".

Un esempio è quello del signor Franco, ex meccanico che vive all'Adriano Community Center: "Inizialmente gli avevo proposto un'attività che non lo aveva entusiasmato molto. Poi abbiamo deciso di concentrarci sulla costruzione di una scatola di meccano. Si è impegnato moltissimo. Era soddisfatto e felice. La sua opera è stata poi esposta nell'area del centralino e ora è su una parete condivisa dove si trovano anche i progetti degli altri ospiti".

Un'altra anziana, che ha lavorato come pittrice, ha potuto allestire la sua mostra: "Ha esposto tutti i quadri che ha realizzato. Abbiamo poi lasciato un banchetto con un libro dove potevano firmare e scrivere un commento. L'obiettivo di queste attività è fare in modo che la persona continui a essere quello che è sempre stata nella vita".

All'interno della Rsa, ora di proprietà di Geras 2, si trova poi il Nucleo Alzheimer: "Ha diversi accorgimenti ambientali e organizzativi che permettono di gestire l'utenza che soffre di questa malattia. È dedicato a chi è in una fase intermedia perché chi è in quella iniziale o finale non potrebbe avere benefici da nuclei simili. Nella fase intermedia, infatti, ci sono disturbi del comportamento con talvolta episodi di aggressività od opposizione", prosegue Casiraghi.

"Per esempio abbiamo cercato di creare un ambiente favorevole con coperture di pellicole alle porte che fanno da perimetro per non stressare l'ospite sul maniglione antipanico per uscire, permettendo di girare liberamente o applicando un doppio colore nel corridoio o nei posti letto così da facilitare l'orientamento".

"Cerchiamo di dare più autonomia possibile. Il nucleo ha inoltre un affaccio diretto su un giardino protetto: in questo modo l'ospite può camminare senza essere accompagnato da nessuno, ma senza che si allontani in zone non sicure. A queste scelte ambientali, si affiancano quelle organizzative. La terapia occupazionale ci dà una grossa mano".

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